Il caso Fira evidenzia aspetti inquietanti di intrecci tra delinquenza, politica e potere. Ma stiamo attenti a non lasciare che la destabilizzazione prenda piede e che con l'acqua sporca. . perchè in ogni situazione come questa il problema è proprio nel distinguere immediatamente, ancora mentre la Magistratura esamina e decide, che atteggiamento mentale assumere. E' il caso di scomodarci un po' tutti, noi cittadini, noi amministrati, noi donne e uomini di nuovo delusi e sempre più spaventati per vedere cosa fare. Ognuno nel piccolo della nostra capacità di valutazione. Dobbiamo fare ricorso al nostro senso critico, alla capacità di capire cosa è successo e cosa può succedere. E' un po' come per il terrorismo (certo, è terribile dirlo, ma è la verità): mollare psicologicamente, farsi prendere dallo sconforto, dalla paura, chiudersi a riccio per nascondersi, sperando di non essere colpiti, significa arrendersi e dunque significa favorire il terrorismo. In questo caso, il malaffare. Certo, le voci, i timori, gli indizi, le quasi certezze si rincorrono rapidamente e ovviamente sembrano arrivare come in un' inevitabile caduta in un precipizio, al partiti. Diciamoci la verità: ce lo aspettiamo un po' tutti che quello che la segreteria regionale dei DS con attenzione e puntuale capacità critica definisce'una cosca criminale'in realtà sia un intreccio più gravemente ramificato, dove imprenditori e finanzieri locali segnano con abilità le carte, correggono i numeri, aprono conti esteri con nomi che per primo ci indicò il profetico quanto inventato Michele Placido travestito da 'commissario Cattani'. Diciamoci la verità: un po' tutti ci aspettiamo che questa grande costruzione trovi momenti ancor più miseri in un regalo a un politico abruzzese, nel foraggiamento dell'attività di un parente, nell'acquisto di un'auto, una villa, una quota azionaria, una speculazione edilizia. . Se sarà cos_, se anche questo verrà accertato, significherà che oltre che essere criminali le azioni di alcuni manager e imprenditori, lo saranno anche quelle di alcuni rappresentanti di alcuni partiti. Cioè saranno delinquenti che si aggiungono a delinquenti. Attenzione però: non gli cediamo il passo. In galera loro, se lo meriteranno, se saranno realmente individuati come i colpevoli della distorta architettura finanziaria scoperta, finito e punto a capo. I meccanismi regionali saranno tarati per difenderci da altre incursioni criminali, ma la vita dell'Abruzzo andrà avanti. Non ci rassegnamo a pensare che 'tanto è tutto cos_', che non abbiamo certezza di dove vadano a finire i nostri soldi, che è inutile comportarsi bene perchè 'per guadagnare, oggi, si può solo stare dalla parte loro'. Non lo facciamo. Questo atteggiamento ha portato alla rovina altre zone d'Italia: l'Abruzzo è stato laboratorio politico, sanitario, imprenditoriale, sociale per tanti versi e per tanti, positivi, eticamente eleganti motivi. Ricordiamoci ogni momento della nostra dignità, condanniamo e scacciamo con fermezza chi per i propri interessi prova ad intaccarla, ma non glielo lasciamo fare. E' l'unico modo per non subire attacchi, terroristici o miseramente mazzettari.
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