Nei giorni scorsi per la Fira tuonò il Governatore Del Turco, oggi si cominciano a intravedere i lampi dell'ordine dei Giornalisti d'Abruzzo! Niente di meno. pensate un po' che paura, che tuoni, verranno. Con tutto il rispetto per il presidente dell'ordine Stefano Pallotta (soprattutto per il giornalista che è), appare anacronistico come un film in costume mal sceneggiato questo grande ordine (la sentite, mentre la leggete la grande O che dovrebbe incutere timore?) che ogni tanto, quando succede qualcosa si riunisce. Ma per fare che? Per valutare il comportamento del direttore Del Giudice che si è informato sui tassi dei mutui? O per stabilire se Piccinino doveva o non doveva rileggere l'intervista a Masciarelli? Via, non siamo ridicoli. Altri sono deputati a stabilire dove stanno o no gli illeciti. E se gli illeciti non ci sono (e in questo caso non ci sono) è la nettezza della persona, che va valutata, ma non certo dall'ordine dei giornalisti d'Abruzzo. Che di eleganza, classe e nettezza purtroppo ha difettato sempre. Dov'è l'ordine quando i giornalisti istigati dagli editori o più semplicemente da caposervizi senza scrupoli spingono sulle notizie che all'origine non sono tali? E nelle piccole quotidiane marchette che sono l'unica cosa che nel giornalismo non si nega a nessuno? Dove sta l'ordine davanti ai ricatti dell'ultimo collaboratore che se la prende con questo o quell'ente con pretesti vari conducendo in realtà una personalissima battaglia perchè gli è stato rifiutato un posto da addetto stampa? E dov'è l'ordine quando sui giornali leggete 'un unico' con l'apostrofo in mezzo? E quando l'ultima ragazzotta presuntuosa si affaccia in tv e vi spiega una verità che non è più tale perchè è passata attraverso cose che sono solo della ragazzotta: gli interessi, il narcisismo e le adulazioni raccolte? Dov'è l'ordine quando consente a tutti di iscriversi ma consente anche a tutti di scrivere? Basta con questo ordine che si riunisce come un tribunale per condannare in colleghe e colleghi seduti al banco degli imputati specificità stupide, magari tecniche di contratto, tenendo ben celati i grandi peccati di cui in maniera disincantata e da 'spacconi' tutti i giornalisti parlano al bar. Basta, perchè questo è il segno del provincialismo, perchè questo è il segnale della decadenza che consente comportamenti eticamente ineleganti al direttore del Centro e che poi condanna ingiustamente le decine e decine di colleghi che fanno i giornalisti davvero e tutti i giorni. Sono quelli che il mutuo lo contrattano con gli impiegati, ma sono anche quelli che l'ordine chiama a rispondere come dei delinquenti perchè, su segnalazione anonima (ovviamente di altri colleghi) sono accusati di avere. . non so cosa. Pensate una sciocchezza ed aggiungetela ai puntini. Ecco, questi sono i fulmini, questi i tuoni che purtroppo nessuno in Abruzzo può smentire.
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