"Su via Piave non possono decidere l'Ater e un privato"

TERAMO Il piano di recupero urbano che coinvolge via Piave, porta d'ingresso a est della città e dunque biglietto da visita del capoluogo, sta animando la discussione politica nell'amministrazione cittadina, anche e soprattutto attraverso le indiscrezioni tecniche pubblicate sulla stampa. Necessità di chiarezza è stata chiesta non solo dai residenti della zona e adesso anche dai consiglieri di opposizione Ds in consiglio comunale. In una nota, Angelotti, Scalone, Melarangelo e Verna pongono alla maggioranza che amministra la città quesiti ma soprattutto tornano a chiedere la convocazione della commissione urbanistica consiliare. 'Alla luce di quanto è stato possibile appurare scrivono i quattro consiglieri Ds , l'intervento originariamente approvato verrà praticamente abbandonato e sostituito da uno nuovo; realizzato da un nuovo imprenditore privato; esso sarà diverso per qualità, quantità ed ubicazione.  Tutto ciò fa sorgere, oltre che dubbi e perplessità, anche preoccupazioni.  Infatti, l'intervento non interesserà più solo Via Piave ma si sposterà soprattutto su Via Po; non saranno più 10. 000 mc ma bens_ 18. 000 mc; non si tratterà soltanto di edilizia residenziale, ma anche e soprattutto di edilizia commerciale'. I consiglieri di opposizione si interrogano su quali conseguenze avrà l'intervento sul traffico di via Po, se i parcheggi previsti saranno sufficienti, se gli alloggi che restano dell'Ater saranno per le famiglie in difficoltà del Comune di Teramo oppure appartamenti di lusso, se gli affitti che deriveranno da questi alloggi l'Ater li reinvestirà nel comune di Teramo, senza tralasciare il dubbio che 'dopo la realizzazione del centro commerciale a Piano D'Accio, l'offerta di ulteriori locali commerciali in Via Po che conseguenze avrà sul Centro Storico già in affanno?'. Il messaggio a sindaco e giunta che proviene dai Ds è chiaro: 'Tutte queste domande ed altre ancora impongono a tutti gli Amministratori del Comune di Teramo una più attenta riflessione, un maggiore coinvolgimento al processo decisionale e più consapevolezza di quanto si sta facendo.  Il Comune di Teramo non può lasciare queste operazioni alla libera contrattazione tra un privato, che tra l'altro non è più neanche quello originario, e l'ATER, facendo la parte del semplice spettatore; ci sono in gioco interessi troppo importanti, che coinvolgono tutta la città'.