TERAMO – Anna Maria Reggiani dopo più di tre anni lascia l’incarico di direttore generale regionale per i beni culturali e paesaggistici per l’Abruzzo. Venerdì la Reggiani si congeda dall’amministrazione dei beni culturali terminando la sua carriera proprio in Abruzzo. Una carriera ministeriale intrapresa trent’anni fa, nel lontano 1976.
A conclusione del suo percorso la direttrice ha inteso dare un segno di solidarietà a L’Aquila mettendo in piedi una raccolta di fondi da devolvere al restauro di opere d’arte danneggiate dal terremoto. Inoltre ha donato alla struttura di Paludi di Celano-Musè più di 2.000 volumi della sua biblioteca personale. Queste le tappe più importanti del suo percorso:
“Ho iniziato il percorso a Roma – spiega Anna Maria Reggiani – dove ho affrontato i primi passi della mia carriera sia di studiosa che lavorativa. Ritengo di essere stata molto fortunata in quanto ho sempre trovato disponibilità e spazio, sia nel 1976 quando sono entrata al Ministero sia successivamente. All’inizio ho lavorato nella soprintendenze archeologiche del Lazio e di Roma con il professor Adriano La Regina e poi -nel 1993- dopo aver vinto il concorso, sono stata preposta alla soprintendenza per i beni archeologici del Lazio dove sono rimasta per ben 11 anni, fino al 2004. In seguito, sono stata per tre anni direttore generale per l’Archeologia e poi direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici per l’Abruzzo. Durante tutta la mia carriera uno degli aspetti che ho privilegiato e che mi sta in assoluto più a cuore è l’impegno verso la tutela e la promozione dei Musei ed aree archeologiche, originato da un legame intenso con il territorio”.
In Abruzzo l’esperienza, causa anche il terremoto del 6 aprile 2009, è stata molto intensa “Nell’ambito delle proposte che sono pervenute dalle soprintendenze – continua Reggiani – vorrei ricordare fra gli interventi più significativi i restauri della Basilica di Collemaggio, iniziati nel 2008 e conclusi l’anno seguente ( non erano ancora stati smontati i ponteggi della facciata la notte del sisma); è terminato il progetto denominato il Barocco a Penne cha ha previsto il restauro di importanti chiese barocche, è stato finalmente inaugurato e riaperto il duomo di Atri, è in una fase avanzata il restauro di Palazzo Ducale di Tagliacozzo ( di proprietà della Regione), concluso quello del castello di Scurcola Marsicana, mentre è partito quello del Palazzo Ducale di Carpineto Sinello; in ambito archeologico fondamentale il riallestimento del Museo Archeologico di Villa Frigerj a Chieti e il restauro del Teatro romano di Teramo. Questi e gli altri interventi realizzati si inseriscono nel rilancio del turismo culturale. A questo proposito resta il rimpianto per non avere potuto realizzare il Museo di Santa Maria dei Raccomandati a L’Aquila , che avrebbe dovuto essere inaugurato nell’aprile del 2009. Il terremoto ha impedito la sua apertura ed è stato un vero peccato, perché in questo modo L’Aquila è stata privata di un museo archeologico dedicato ai Sabini con i reperti più importanti provenienti dagli scavi di Amiternum e quelli più recenti dei Vestini (Fossa, Bazzano ecc)”.
Infine il punto sugli scenari attuali: "Al momento alle direzioni regionali spetta il coordinamento e la programmazione di quanto attiene al rapporto con le regioni – spiega la Reggani – con particolare attenzione alle problematiche del paesaggio, mentre per quello che riguarda la tutela è fondamentale il ruolo delle soprintendenze ed è a questo principio che io mi sono sempre attenuta anche nella difficile gestione del dopo-sisma. In ogni caso, è necessario un maggior coinvolgimento con gli Enti locali secondo le procedure previste dal codice Urbani. E’ un dato di fatto che per la rete dei musei diffusi nel territorio, senza la sussidiarietà da parte dell’istituzione regionale è molto difficile garantire loro una vita culturale”.