TERAMO – Che fine ha fatto il piano delle antenne? Se lo chiede il vicecapogruppo in consiglio comunale del Pd, Gianguido D’Alberto, che ricorda come la legge regionale 45 del 2004 imponga ai Comuni di «dotarsi diun piano territoriale delle antenne per la telefonia mobile e di predisporre il relativo regolamento». Questo per razionalizzare la localizzazione degli impianti, ma anche per contestualizzare urbanisticamente gli stessi e ridurre al minimo le esposizioni ai campi elettromagnetici. «A più di cinque anni dall’introduzione di quella legge regionale – spiega D’Alberto – l’amministrazione di Teramo non si è dotata nè del piano nè del regolamento e la tematica non pare essere più all’ordine del giorno». Eppure, sostiene il rappresentante del Pd, pur non essendoci il piano è già costato perchè quando la vecchia amministrazione ritenne di avviare il percorso verso il piano, affidò uno studio a tre professionisti, del valore complessivo di 45.000 euro: di questi 27.000 sono stati pagati in acconto 27.000 euro, nel gennaio 2008. «Da quel momento la situazione è ferma – aggiunge il vicecapogruppo Pd -, ma anche se non sono giunte più richieste di installazione non significa che il Comune non adempia all’obbligo previsto dalla legge. Non è più accettabile che suun tema così delicato si viva in uno stato di carenza di regole generali che consentano un’efficace valutazione e un costante monitoraggio dell’esposizione del nostro territorio e della nostra popolazione ai campi elletromagnetici».