TERAMO – E’ il solito Bocchino lucido e sagace, quello che saluta in Paolo Albi «l’amico di vecchia data, addirittura dai tempi precedenti al Popolo della libertà», che tributa a Daniele Toto un ringraziamento per la serietà e l’impegno con cui fa politica e sta costruendo Fli in Abruzzo» ed esalta la Daniela Stati e il Berardo Rabuffo del “gran rifiuto" a una politica, quella abruzzese, che «premia il non far nulla nel comodo ventre molle del Pdl». E’ un Bocchino che non si tira indietro, per strappare l’applauso della platea, a raccontare come nello studio di Berlusconi si scelse tra Chiodi o Piccone candidato Governatore: «Non li conosceva entrambi – racconta il braccio destro di Fini – si fece portare le fotografie e non ebbe esitazione: questo funziona, è bello, piace alle signore!». Lui, come già anticipato dal coordinatore provinciale Toni Lattanzi e poi dal capogruppo regionale Rabbuffo, giura che Fli «tende a costruire il Pdl che non è stato, un partito completamente nuovo, plurale, partecipato e democratico che è fallito nel Pdl: dopo appena qualche settimana dalla nascita, Fli domenica tiene l’assemblea nazionale e così sarà nelle province e nei circoli, ogni tessera una testa che voterà il proprio presidente di circolo, il proprio coordinatore provinciale e così via. Nel Pdl a due anni dalla nascita non c’è ancora stato un congresso e se Scajola e Miccichè, da fedelissimi del presidente del Consiglio, si mettono in proprio, una cosa è chiara: siamo nel postberlusconismo ed è ora che ci si prepari a catturare l’elettorato moderato e il grande mondo dell’astensionismo». Applausi, consensi, dopo l’intervento di un Paolo Albi definitivamente "sdoganato", in due anni da candidato di riferimento di un centrosinistra in evidente difficoltà e messo al tappeto dal Brucchi-sindaco ad alleato di un Rabbuffo ex antagonista elettorale. Viene presentato come capogruppo di Fli in consiglio comunale e tra una citazione di Cavour, un’altra di Gramsci e una rispolverata perfino a Malagodi, l’Albi futurliberale ringrazia commosso chi ha voluto rispondere al suo appello per un pomeriggio di battesimo a Fli che coincide con i 150 anni dell’unità d’Italia: «l’amico Lino Silvino, gli amici dell’Udc con cui, risolto un piccolo problemino interno, si farà un percorso politico comune, i sindaci di Campli e Penna Sant’Andrea, Giovannini e Fabri». Ovvio che l’occhio sbircia tra i circa 200 presenti, a caccia di politici e amministratori locali ai quali per il momento si lascia ancora il ruolo di curiosi piuttosto che uditori: i consiglieri comunali dell’Udc Sbraccia e Procacci, l’ex consigliere sempre dell’Udc, Gaita, i “civici" Befacchia e Di Bonaventura, il democratico-ginobliano Giulio Sottanelli, l’ex assessore della giunta Chiodi, Massimo Vitelli. L’era Fli è ufficialmente cominciata anche a Teramo, con un monito del vicepresidente nazionale: «Nonostante la campagna mediatica di Berlusconi, noi mai con la sinistra. Il nostro simbolo non lo vedrete mai vicino a quello del Pd ma sempre nel centrodestra». E la Stati, raggiante, lo ringrazia e lancia, «a proposito di belli e bravi», l’onorevole Toto a candidato presidente della Regione.
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