TERAMO – Alle prese con le preoccupazioni del campionato di Serie D, diventato di recente molto in salita, il patron del Teramo calcio, Luciano Campitelli non perde tempo per affrontare il tema impianto sportivo. Incontra il sindaco Brucchi in comune e pone sul tavolo la questione, ormai annosa. Da un lato la versione ufficiale, che lo stesso presidente ci rende al telefono («C’è da risolvere un problema, relativo a Piano D’Accio»), dall’altra quella del corridoio che vorrebbe lo stesso presidente pronto a una provocazione, qualora non ci fosse una soluzione equa sul nodo gestione: chiedere lo stadio Comunale, ma quello vecchio. Sì, proprio quello dove tra qualche settimana dovrebbero arrivare le ruspe per aprire il cantiere del nuovo teatro cittadino, quello che «sta per crollare» tanto per citare una frase di qualcuno vicino all’amministrazione comunale, lo stesso per cui si è mobilitata un fetta di città con la raccolta di 5mila firme e diventato il cavallo di battaglia dell’antagonismo ultras. Poteva essere questa la ‘casa’ del settore giovanile ma Luciano Campitelli si affretta a smentire ogni idea su questa struttura. «Lo avevamo chiesto sei mesi fa, ma è finita lì». L’incontro dunque, vede il primo cittadino ancora una volta nei panni del mediatore e forse è sotto questi termini che Campitelli ha voluto incontrarlo: intervenire per individuare una soluzione alla trattativa con il gestore, ovvero Sabatino Cantagalli. Ma anche perchè il Teramo, è noto, ha bisogno di una struttura anche per il settore giovanile. Su questo qualcosa in più si sa: nei piani dell’impiantistica sportiva del sindaco e del suo esecutivo, ci sarebbe una rimodulazione complessiva che porterebbe l’attuale campo in terra dell’Acquaviva a diventare in sintetico e passare dalla gestione del Nepezzano calcio a quella del Teramo.