TERAMO – E’ Pasqua e, come la tradizione vuole, le tavole sono pronte ad essere imbandite con ogni ben di Dio. Tra questi, l’agnello, che diventa una fonte di reddito per risollevare l’economia sofferente dell’agricoltura ma anche del commercio teramano. E quando la domanda, come in questo periodo, diventa alta, i rischi sono in agguato: in questo settore, ad esempio, sempre più massiccia è la presenza di prodotto d’importazione, con agnelli di provenienza dell’Est Europa e criticità sia di qualità che di mercato per il prodotto genuino locale. È quanto lamenta il Consorzio per la Valorizzazione dell’agnello dei Monti Teramani, sottolineando l’importanza dell’acquisto consapevole da parte dei consumatori che specco vbengono tratti in inganno con prodotti spacciati per locali e tipici: «Vorrei evidenziare l’importanza della certificazione dell’agnello nostrano – spiega Ezio Di Donato, responsabile del Consorzio -, conseguenza di un allevamento che avviene esclusivamente nel territorio della Provincia di Teramo da greggi allevati allo stato brado. Troppo spesso però il consumatore rischia di acquistare un prodotto contraffatto, proveniente dall’estero e di scarsa qualità, quando allo stesso prezzo può acquistare il vero agnello Made in Teramo». Il Consorzio per la Valorizzazione dell’agnello dei Monti Teramani è stato costituito due anni fa su iniziativa della Coldiretti Teramo ed è finalizzato a tutelare un importante prodotto di nicchia attraverso un disciplinare che certifica la produzione e offre al consumatore finale garanzie sui metodi di allevamento, sulla qualità e sulla provenienza delle carni.