TERAMO – L’Abruzzo non conosce il fenomeno del caporalato in maniera evidente, tuttavia la Cgil si dichiara preoccupata da una legislazione sul lavoro molto permissiva e dal fatto che le imprese cercano di abbattere i costi in ogni modo. Nel 2010, in Abruzzo, 1.137 aziende edili erano irregolari, su un totale di 1.805 ispezionate, con 875 lavoratori irregolari, 226 lavoratori in nero e sette clandestini. La situazione più grave riguarda la provincia di Teramo, che è però anche la più ispezionata tra le provincie abruzzesi. Su 550 aziende ispezionate, 378 sono risultate irregolari, per la presenza di lavoratori irregolari, in nero.In provincia dell’Aquila, sono 296 le aziende irregolari su 479 ispezionate, in quella di Pescara 240 su 325 e in quella di Chieti 223 su 451. I dati, elaborati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e relativi ai settori dell’edilizia e dell’agricoltura, sono stati presentati oggi dal segretario generale Fillea Cgil Abruzzo, Silvio Amicucci, e dal segretario regionale Flai Cgil, Luigi Fiammata, in occasione della conferenza stampa di presentazione della campagna "Stop caporalato". Stando all’analisi dei dati, a fronte di una diminuzione delle ispezioni, aumentano le irregolarità. Se, infatti, nel
2008 nelle 2.172 aziende edili ispezionate c’erano 432 lavoratori irregolari, gli irregolari, nel 2010, su un totale di
1.805 ispezioni, erano 875. Situazione analoga nel settore agricolo: gli irregolari erano 200 nel 2008, su un totale di 342 ispezioni, e sono arrivati a 339 nel 2010, su un totale di 186 ispezioni. A Teramo non sono in regola 28 aziende su 81 ispezionate.