TERAMO – Siamo sempre stati vicini alla società di pallacanestro, prim’ancora che ne diventassimo primo sponsor e se dovessere essere ancora, lo sarà soltanto sotto questo aspetto. La Banca Tercas interviene sul caso Teramo basket, dicendo sostanzialmente questo e fermando così la ridda di ipotesi che volevano l’istituto di corso San Giorgio cardine di un’operazione per rilevare il pacchetto azionario della società cestistica: «La Banca Tercas, ancor prima di diventare il primo sponsor, ha negli anni offerto alla Società un aiuto assai rilevante nella convinzione che una grande realtà sportiva e sociale dovesse seguitare a svolgere la propria attività. Tale aiuto, sia pure nell’ambito di un’importante azione di marketing delineata anche nell’interesse della Banca, è diventato di assoluta importanza economica con l’assunzione del ruolo di primo sponsor», dicono dalla banca teramana. Un sostegno, quello di Banca Tercas che non si è fermato all’erogazione del quantum di sponsorizzazione per come è stato ufficialmente accreditato: l’istituto ha lavorato anche da promotore del sodalizio di via De Albentiis, "stimolando" cioè il coinvolgimento di «soggetti che istituzionalmente hanno rapporti con la stessa Banca e che potevano apprezzarne anch’essi un ritorno di immagine». Adesso è giunto però il momento di mettere i puntini sulle "ì": «Il Presidente Antonetti – si legge nella nota della Banca Tercas – ha dato atto del fondamentale apporto dello sponsor, lamentando che istituzioni pubbliche, per ragioni legate anche alle situazioni economiche delle stesse, hanno fatto venire meno flussi finanziari assolutamente significativi. La Banca Tercas deve necessariamente tenere distinto il proprio ruolo di sponsor rispetto a fatti gestionali della società ai quali era ed è assolutamente estranea e tale intende rimanere anche perché tecnicamente non è possibile fare altrimenti. Come Società per azioni la Banca risponde della sua attività ai soci e deve rispettare le regole che disciplinano il settore nel quale opera». Cosa fare allora? La Banca auspica che le iniziative (quali?) degli Enti pubblici «tese a creare una nuova situazione possano avere successo. E’ impossibile, però che la Banca si ingerisca nella gestione della Società o si faccia carico di oneri impropri estranei alla sua attività di impresa. Qualunque altro ruolo che dovesse essere individuato nell’ambito di un concreto progetto sarà valutato dall’Istituto con la massima attenzione». Insomma, sostegno sì ma non in prima persona. Il primo piatto è servito, il futuro diventa meno roseo di quello che poteva far sembrare la fibrillazione del primo momento. Perchè la parola passa agli Enti (completamente indiffererenti, se non impotenti, finora) e al mondo imprenditoriale.
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