CIVITELLA – Mentre su Facebook il fratello Michele crea una pagina per ricordare Melania Rea, che in pochissimo tempo ha già raggiunto un centinaio di post – Tutti insieme per ricorsare Melania Rea -, gli inquirenti che lavorano al delitto di Carmela "Melania" Rea non escludono che ad uccidere possa essre stata anche una donna. Ci sono diversi elementi che non farebbero trascurare questa pista, elementi che possono essere letti anche dando un volto femminile al killer. Intanto il fatto che Melania a Colle San Marco possa essere salita sulla macchina di una persona che conosceva: e questo fidarsi potrebbe essere anche spiegato con una presenza femminile. Forse doveva chiarire qualcosa? Poi, sul luogo del delitto ci sono i segni di una colluttazione e per Melania, corporatura alta e fisico possente, avrebbe potuto resistere a una donna, anche se poi soccombendo davanti alla lama di un coltello a serramanico; ma su questo aspetto, non si esclude che la vittima sia stata narcotizzata, forse addirittura con quel liquido presente nella siringa trovata conficcata sotto un seno. Molto probabilmente sotto le sue unghia potrebbe esserci qualcosa che appartiene all’assassino e dunque ecco perchè i Ris vogliono tornare a fare prelievi sulla salma, dopo averne bloccato i funerali.
Pasqua di lavoro per gli inquirenti. Pasqua sul campo per gli investigatori e gli inquirenti che si occupano del caso. Dopo il sopralluogo conclusosi stamattina alle 5, che ha permesso di rinvenire tracce biologiche e alcuni reperti (un orecchino della donna, una catenina e un laccio emostatico) e dunque di collocare l’omicidio proprio qui, accanto ad un chiosco-bar a Ripe di Civitella, gli accertamenti dei Ris di Roma, che hanno richiamato sulla scena del crimine anche il loro comandante, il colonnello Luigi Ripani, sono proseguiti in mattinata per concludersi nel pomeriggio. Ci sarebbero stati altri rilievi interessanti, probabilmente altre tracce ematiche, lasciate dalla colluttazione avvenuta tra l’assassino e la vittima, una donna alta un metro e ottanta, che dev’essersi battuta con tutte le sue forze prima di soccombere ai numerosi colpi che le sono stati inferti con un coltello a serramanico.
C’è già una rosa di sospetti? Ma nonostante si rincorrano voci di una precisa rosa di sospetti, l’identità del killer è ancora ignota. Si continua a scavare nelle vite dei familiari della Rea, nei loro rapporti con persone che potrebbero aver nutrito motivi di odio, vendetta o gelosia nei confronti di Melania. Perchè di una cosa chi conduce le indagini sarebbe certo: chi l’ha uccisa non è un maniaco sbucato dal nulla, ma qualcuno che con lei aveva un qualche ‘legame’. "Credo che non sia uno della nostra comunità", suggerisce don Carlo, il parroco di Folignano, il piccolo centro dell’Ascolano dove Melania viveva con Parolisi, caporalmaggiore dell’esercito, e la bimba. "Questa è una Pasqua velata non solo dalle nuvole ma dalla tristezza", per la "morte disumana di una ragazza solare", ha detto oggi il sacerdote nella sua omelia, ricordando che solo una settimana fa, la domenica delle Palme, quella stessa ragazza era seduta ai banchi della chiesa con il marito. Una coppia felice, che si apprestava a festeggiare l’anniversario del matrimonio, che cade il 26 aprile. Solo per un caso (le Procure di Ascoli e Teramo hanno negato il nulla osta ai funerali per poter eseguire altri esami sul cadavere) le esequie non saranno celebrate proprio quel giorno.
Domani vertice tra le procure. Domani, vertice fra i pm (tre ascolani e uno teramano), per fare il punto delle indagine e stabilire la competenza territoriale.