ASCOLI PICENO – Piange Salvatore Parolisi, e parla con difficoltà, “costretto" a raccontare per la centesima volta, ma per la prima davanti alle telecamere, quel lunedì drammatico in cui ha visto per l’ultima volta la moglie Melania Rea. Lo fa circondato dai familiari della moglie, nel rifugio di Somma Vesuviana, sotto i riflettori di "Chi l’ha visto?". Raitre fa lo scoop che tutti cercavano da una settimana, anche se prina di andare in onda Parolisi aveva parlato al telefono con l’Ansa di Ancona e aveva attaccato i giornalisti. Torna a raccontare le ultime ore della moglie, cerca i dettagli in ogni angolo remoto della sua mente, attento, comprensibilmente, a non sbagliare particolare, se non per come l’ha già raccontato agli investigatori. E’ una persona sotto pressione e lo si vede chiaramente. E’ confuso, si sofferma a precisare piccoli elementi non significativi, torna su quella mattina e su quanto accaduto sul pianoro di Colle San Marco: le due visite alla bambina e alla moglie, intervellate da un salto all’ipermercato per le spese di Pasqua e in un negozio di regali, poi la salita a San Marco, l’altalena della bimba, la moglie che cerca un bagno, la sorpresa per l’assenza prolungata, la prima telefonata, il panico e le ricerche. Parolisi svela anche di aver segnalato agli inquirenti i dubbi su un vicino, che avrebbe avuto in passato attenzioni ossessive sulla moglie, poi ricade nella catalessi del dolore misto a stupore quando l’intervistatore gli chiede se nel suo mondo, quello militare e del 235° reggimento di soldatesse, possa nascondersi il killer di Melania: «E’ la mia seconda famiglia – dice con la voce rotta dal pianto -, a qualcuno posso sembrare antipatico, io insegno formalità, posso essere accusato di esser rigido ma il mio lavoro lo richiede e non credo che per questo si possa arrivare a tanto…».
All’Ansa si era sfogato contro i media. «Ho letto tante cose brutte sulla mia famiglia, insinuazioni, ipotesi che mi fanno soffrire, ma io non devo difendermi da voi nè da nessun altro. Quello che dovevo dire l’ho detto, a chi di dovere». Salvatore Parolisi è un fiume in piena: ce l’ha con i giornalisti, «perchè voi dovete vendere, e che la gente stia male poco vi importa», e alterna lacrime e lucidità nel rispondere, al telefono, all’Ansa, alle domande che tutti da giorni si fanno: su come la moglie sia scomparsa nel nulla mentre era con lui e la figlioletta di 18 mesi a Colle San Marco, sull’orario in cui Salvatore ha dato l’allarme, le prime ricerche, e più ancora sulla vita di coppia, le amicizie, i possibili dissapori. «Vi renderete conto – attacca – che le vostre insinuazioni o presunte certezze fanno male, che sono state scritte cose false? Chiedete a me se sono passati 20, 50 o 60 minuti (dal momento della sparizione di Melania all’allarme dato dal marito, ndr) ma non penso di dover dare riposte a voi. Non devo star qui a spiegare…". Anche se, annuncia, questa sera "sarà in diretta a "Chi l’ha visto", la trasmissione Rai. «Forse sono stato troppo onesto – continua il caporalmaggiore -, i primi giorni ho lanciato un messaggio, ho detto ‘rispettate il mio dolore’, verrà il momento in cui anche io mi esprimerò, dirò tutto quello che ho in corpo. E invece, nessuno mi ha rispettato, e a voi che Parolisi Salvatore soffra non importa niente». «Ma non sono solo io che sto soffrendo, i miei suoceri, la mia famiglia soffre, dovreste pensarci prima di logorare l’immagine di una persona». «Io cerco aiuto – ripete – cerco chi ha visto qualcosa, chi può aiutarci a capire. Ancora oggi – piange – non si sa come è morta…». «Spero che si risolva al più presto, per tutti noi».