TERAMO – La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio il sequestro dei terreni della società Team Tec, disposto nel novembre scorso dal gip del Tribunale di Pescara, Guido Campli, nell’ambito dell’inchiesta relativa alla realizzazione, a Teramo, di un impianto di bioessicazione dei rifiuti. Il 22 settembre dell’anno scorso, l’inchiesta aveva condotto agli arresti domiciliari l’ex assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni e l’imprenditore Rodolfo Valentino Di Zio. Proprio in quei terreni, per l’accusa, era stata progettata la costruzione di un impianto di bioessiccazione di rifiuti. Il provvedimento di sequestro da parte del gip era stato connesso al reato di peculato contestato sia Venturoni sia a Di Zio. Intanto il 14 aprile scorso, la procura di Pescara di Pescara ha presentato richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 12 persone. Tra loro, oltre a Venturoni e Di Zio, figurano i senatori del Pdl, Fabrizio Di Stefano e Paolo Tancredi.
"Regolari le operazioni con la Team". Soddisfatta la Deco
“La decisione della Suprema Corte di Cassazione conforta quanto più volte sostenuto in merito alla regolarità delle operazioni compiute con la Team – si legge in una nota dei vertici dell’azienda Deco Spa – che si augurano una definizione rapida di ogni questione relativa all’inchiesta “Re Mida” che tanto clamore ha suscitato sui mezzi di comunicazione”. E’ il commento diffuso dalla società Deco dell’imprenditore Rodolfo Di Zio in merito al provvedimento della Corte di Cassazione che ha dato esecuzione alla decisione della VI sezione Penale della Suprema Corte che in data 20 aprile aveva deciso il ricorso proposto da Te.Am. Tec Spa. La società Deco sottolinea un passaggio della sentenza nella quale si annulla “senza rinvio l’ordinanza impugnata nonché il decreto di sequestro del Gip di Pescara e dispone la restituzione del terreno in sequestro all’avente diritto”, cioè Team Tec Spa. In base al provvedimento, spiega la nota della Deco, è stata ordinata l’immediata cessazione della misura cautelare reale disposta con il provvedimento emesso dal Gip in danno di Te.Am. Tec. Il terreno della società è stato di conseguenza dissequestrato ed è rientrato nella piena disponibilità della stessa. I terreni dissequestrati dalla Suprema Corte erano stati indicati come “corpo del reato” nell’ordinanza del Gip che sottolineava come la disponibilità dei terreni rischiava di protrarre o aggravare le conseguenze del reato. Libera disponibilità sancita adesso dalla Corte: “l’auspicio – conclude il comunicato diffuso dai dirigenti dell’azienda – è che questa decisione per il nostro gruppo possa ottenere lo stesso risalto delle altre che ci hanno riguardato”.