TERAMO – Dura presa di posizione della Filcams Cgil Abruzzo in previsione del Primo Maggio: "In alcuni comuni abruzzesi ci risulta siano state concesse autorizzazioni alle attività commerciali per poter stare aperte nella giornata del 1 Maggio. Sempre più spesso ci troviamo di fronte a
iniziative estemporanee di amministrazioni comunali, o di aziende del settore commercio, che decidono di derogare agli obblighi della legge regionale sulla chiusura delle attività commerciali in occasione delle ricorrenze festive – dice la Cgil Abruzzo – E ogni volta vengono date le stesse giustificazioni: la crisi non ci permette di stare chiusi, i fatturati delle imprese subirebbero forti riduzioni, bisogna rilanciare i consumi, e tanto altro". "Giustificazioni insensate, come se la crisi si risolvesse con le aperture domenicali e festive – scrive la Filcams – Il tutto sempre e solo a discapito dei diritti dei lavoratori che sono costretti a lavorare sotto il ricatto di perdere il posto di lavoro. Una offerta più ampia non accresce la richiesta, la distribuisce diversamente, e male. Queste iniziative estemporanee hanno l’effetto da un lato di creare concorrenza sleale tra le imprese, dall’altro tendono ad aumentare le deroghe alle chiusure. La crisi va affrontata con altri strumenti, vanno rimesse in discussione le politiche di distribuzione del reddito, vanno tassati i grossi capitali e le rendite finanziarie, va fatta la lotta all’evasione fiscale, vanno fatti investimenti sul pubblico, vanno rivisti i modelli di sviluppo sociale ed economico, vanno tutelati i lavoratori, sono necessarie politiche sull’occupazione, sull’estensione dei diritti e sugli ammortizzatori sociali, vanno detassati i redditi di lavoro, incentivati i sostegni alle famiglie". "Anni e anni di lotta in tutto il mondo hanno da sempre identificato nel 1 maggio la giornata in cui i lavoratori manifestassero il diritto di esistere, di essere riconosciuti non come mezzi ma come persone, di affermare la dignità del lavoro come valore, di socializzare i pensieri, di riflettere sulle proprie condizioni. Asservire la festa dei lavoratori agli interessi del capitale dimostra, ancora una volta, la scarsa attenzione della politica e delle imprese per il mondo del lavoro e per i lavoratori. Siamo alla degenerazione della società civile, dove il consumo è diventato l’unico modello di riferimento, dove non hanno più valore l’associazionismo, la
cultura, la storia, dove i lavoratori sono diventati merce di scambio e non essere umani. La storia viene cancellata, le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori per l’affermazione della propria dignità, ancor prima dei propri diritti, vengono rese secondarie rispetto al consumismo. Buon Primo Maggio, una volta dei lavoratori, ora festa del consumo".