TERAMO – A due settimane del delitto di Carmela Melania Rea arriva una prima svolta: le indagini sull’assassino della mamma 29enne di origini napoletane ma residenrte a Folignano uccisa con 32 coltellate e ritrovata nei boschi di Ripe di Civitella, passano ufficialmente alla Procura di Ascoli Piceno. Perchè questo accadesse, come più volte discusso nei giorni passati, serviva individuare con precisione o il luogo dove la donna è stata uccisa oppure dove sia stata sequestrata o tenuta segregata. Alla base della trasmissione degli atti da Teramo (luogo dove territorialmente è stato rinvenuto il cadavere) ad Ascoli (dove è stata presentata la denuncia di scomparsa) c’è l’interpretazione di una norma del codice relativa ai sequestri di persona e dunque riferisce la competenza a quella procura dove la vittima del reato è stata privata della libertà personale. O dunque si dà per acclarato che la donna sia scomparsa e cioè sequestrata a Colle San Marco, dove il marito dice di averla vista per l’ultima volta, oppure nella zona compresa tra questo e l’abitazione della coppia a Folignano. Perchè se così non fosse, il riferimento al sequestro, significherebbe un’altra sola cosa: che gli inquirenti hanno capito dove Melania è stata uccisa, e di sicuro non nel luogo dove è stata ritrovata, il bosco delle Casermette di Ripa di Civitella. Ad ogni modo, questo dimostra che l’indagine è "calda" e che sviluppi, anche clamorosi, potrebbero esserci già nelle prossime ore.