Melania, il cerchio si stringe nel mondo attorno a Salvatore

TERAMO – Sono al lavoro anche questo week-end i magistrati e i carabinieri di Ascoli, al comando del colonnello Alessandro Patrizio, che indagano sulla morte di Carmela Melania Rea, la giovane mamma uccisa a coltellate in un bosco del Teramano, dopo essersi allontanata da Colle San Marco, ad Ascoli, dov’era andata per una scampagnata con il marito Salvatore Parolisi e la loro bambina. Sentite anche ieri, e le audizioni proseguiranno oggi, diverse persone che potrebbero fornire elementi utili per sbrogliare il giallo. Non persone informate sui fatti, precisano gli investigatori, ma a conoscenza di aspetti attinenti soprattutto alla coppia e all’ambiente di lavoro di Parolisi, caporal maggiore al Reggimento Piceno.  In questo contesto, ad esempio, si colloca l’audizione di una soldatessa di Lecce, che ora si trova a Roma, la quale ha ammesso di aver avuto una relazione con l’uomo, iniziata all’incirca due anni fa, quando Melania si trovava a Somma Vesuviana, il suo paese, per portare avanti la gravidanza. Con la soldatessa, Parolisi, che era stato il suo istruttore ad Ascoli, si sarebbe sentito anche dopo la tragedia. E sempre nell’ambiente militare si cerca l’arma del delitto. Così si spiega l’acquisizione, da parte dei carabinieri del Ros, di tre coltellini in un’armeria di Ascoli. Simili a quello che tre soldatesse avrebbero acquistato per farne dono a un loro istruttore a fine corso, facendo incidere il suo nome – ancora non si sa quale – sull’impugnatura. Dal vedovo gli inquirenti si aspettano una serie di chiarimenti, perchè la ricostruzione dei fatti porta solo la sua ‘firma’. Parolisi è l’ultimo ad aver visto viva la moglie. L’ultimo e, sembra, l’unico, a parte la testimonianza del gestore di un chiosco, che dice di aver visto una donna insieme a lui, senza però avervi riconosciuto con certezza Melania. Ma il militare insiste, e parla di una coppia di anziani nei quali lui e la Rea si sono imbattuti nel pianoro (la donna, ha ricordato, teneva in mano una foglia). Intanto, purtroppo, non hanno avuto esito le ricerche dei cani specializzati nel fiutare le tracce di sangue. Uno scrupolo degli inquirenti, per escludere che il cadavere della donna sia stato trasportato da un altro luogo, attraverso sentieri poco praticati, al Bosco delle Casermette, dove Melania giaceva prima di vita e dove con certezza quasi matematica è stata uccisa. La salma, forse, sarà restituita ai familiari il prossimo fine settimana. Significativo il fatto che sia restata a disposizione delle autorità così a lungo. Evidentemente, via via che le indagini procedevano, di volta in volta si sono cercati riscontri sui resti della povera donna. Inizialmente il funerale era stato fissato per il 26 aprile, giorno in cui peraltro ricorreva l’anniversario del matrimonio di Melania e Salvatore. Poi, però, era stato bloccato per poter procedere, appunto, a ulteriori accertamenti.