TERAMO – La Procura ha chiesto due archiviazioni, ma loro, i genitori per primi, e i tanti amici di Leonardo Paolini non accettano la "verità" a cui la giustizia teramana sarebbe arrivata. E ieri lo hanno manifestato, questo loro senso di disappunto, chiedendo e urlando giustizia per Leo, con un affollato corteo che ha riempito il corso San Giorgio. In circa trecento hanno fermato il passeggio del sabato pomeriggio, mostrando a tutti che sul caso Paolini il mistero è grande e va risolto. Leonardo quattro anni fa fu trovato carbonizzato nella sua macchina, a Colleparco, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione dove non ha fatto più rientro. Nessuno crede alla disgrazia, nessuno vuole accettare la spiegazione che gli inquirenti hanno dato di questo caso, convinti che a togliere la vita a Leo si stato qualcuno che di lui voleva vendicarsi. Ieri in prima fila, dietro gli striscioni, c’erano i genitori ma anche tantissima gente comune che ha voluto sfilare fin sotto il palazzo del prefetto e poi in piazza Martiri per attirare l’attenzione tenere alta la visibilità del caso, affinchè un altro palazzo, quello di giustizia, appofondisca e guardi sotto altre chiavi di lettura, come sappiamo gli investigatori sul campo hanno fatto, questo tragico caso. Lo pretendono e ne hanno diritto questi genitori distrutti dal dolore ma come loro tutti gli altri padri e madri di giovani teramani.