TERAMO – L’ambulatorio senologico come punto di partenza di un polo più grande dedicato alle diagnosi e alla cura delle patologie femminili. E’ questa l’ambizione del manager della Asl, Giustino Varrassi, presente oggi alla lezione magistrale che Paolo Veronesi dell’Istituto europeo di Oncologia ha tenuto oggi a Teramo nell’ambito della presentazione dei risultati ottenuti dal “Percorso senolagico” dal 2007, anno in cui vide la luce su impulso di Maurizio Brucchi, responsabile della senologia teramana, Si tratta di uno spazi fisico, un ambulatorio, che racchiude tutte le professionalità coinvolte nel trattamento del cancro alla mammella con l’obiettivo di mettere a disposizione della paziente un pool di esperti dedicato e accorciare i tempi che intercorrono dalla diagnosi fino all’intervento, spesso fatali per lo stato di avanzamento della malattia. Un modello organizzativo che ha dato ragione al suo ideatore, il dottor Brucchi, poiché i numeri della senologia sono cresciuti in maniera significativa negli ultimi due anni. L’attività diagnostica ha registrato un aumento del 424%, così come c’è stato un forte recupero della mobilità passiva che si attesta al 48% rispetto al 91% del 2009. Un esempio di sanità virtuosa che cattura pazienti anche dall’Umbria e dal Lazio grazie al sostegno dell’Istituto europeo oncologico diretto da Veronesi che annovera Teramo tra i suoi centri di referenza. A completamento di questo bilancio, il percorso si arricchisce oggi di nuovi spazi e nuovi strumenti diagnostici, infatti al termine della lezione magistrale di Veronesi (oggi a Teramo per il Giro d’Italia abbinato alle attività portate avanti dalla Fondazione Veronesi, ndr) sono stati inaugurate nuove aree dell’ambulatorio che ospitano un nuovo mammografo e la relativa stereotassi, un sistema di diagnosi effettuato per quei noduli che non risultano visibili. “Rimettere il malato al centro è un modo per percorrere una sanità moderna di cui siamo orgogliosi – ha commentato il manager Giustino Varrassi –. L’orientamento è quello continuare a investire sulle patologie femminili, a questo proposito pensiamo a progetti dedicati alla cura dell’osteoporosi, ma anche all’analgesia del parto. In quest’ultimo pensiamo di prevedere la presenza di 2 professionisti dedicati, un paio di giorni alla settimana, che possano fornire risposte adeguate alle pazienti che intendono praticare il parto in maniera indolore”.
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