"Tia iniqua per le aziende", Di Pasquale chiede una revisione

TERAMO – Chiede una più equa ripartizione dei criteri di applicazione della Tia (Tariffa Igiene Ambientale) il consigliere d’opposizione Manola Di Pasquale, che sottoporrà oggi, durante la seduta del Question Time, alcune perplessità sulle tariffe applicate per lo smaltimento dei rifiuti speciali da parte delle attività produttive (sono quelli non assimilati ai rifiuti urbani, e che non rientrano a carico della Team). Secondo la Di Pasquale, il nuovo regolamento adottato dal Comune sulla Tia, non inquadra la situazione di numerose attività che pagano la tariffa pur non utilizzando il servizio comunale. Una situazione che pone delle difficoltà alle aziende che, costrette a ricorrere a ditte specializzate per lo smaltimento dei prodotti speciali, si vedono obbligate a pagare due volte il servizio. Ulteriori considerazioni, alla luce di una recente normativa del Codice dell’Ambiente, ha formulato la Di Pasquale circa l’esenzione dal pagamento per alcune categorie di operatori economici. Secondo i nuovi criteri, le assimilazioni dei rifiuti da speciali a urbani, dovranno essere stabilite con criteri che tengano conto di qualità e quantità, mentre vanno esentati dal pagamento quei rifiuti che si formano nelle aree produttive (compresi i magazzini di materie prime e prodotti finiti) e nelle attività commerciali superiori ai 750 metri quadri. Da qui, il quesito della Di Pasquale: “Come intende, il Comune, disciplinare l’imposizione della Tia alla luce della nuova normativa e in considerazione delle difficoltà economiche del tessuto produttivo causato da costi di smaltimento iniqui?” Il consigliere del Pd, sollecita una revisione del regolamento sulla tariffa, e intanto investe del problema anche le associazioni di categoria. La Di Pasquale, in una lettera inviata alle associazioni datoriali e di settore, ha chiesto un interessamento congiunto per giungere a una più corretta applicazione della tariffa.