Referendum, aperti i seggi ma non per una disabile

TERAMO – Il voto referndario si è aperto con una polemica di quelle che appartengono all’eccesso di burocrazia che rendono protagonisti, ogni volta che ci sia una tornata elettorale, i presidenti di seggio. Stavolta la pignoleria di un responsabile delle operazioni di voto ha negato il voto da una donna di Teramo che, nonostante sia impossibilitata alla deambulazione esd è costretta a muoversi su una carrozzella motorizzata, si è vista negare l’accesso al seggio numero 1 di via Palma, adibita al voto delle persone affette da disabilità. A differenza delle precedenti tornate elettorali, alla donna è stata chiesta l’esibizione del certificato medico che attestasse il suo stato di disabilità. Sembra che sia fallito anche il tentativo di mediazione del personale dell’ufficio elettorale del Comune, il presidente è stato inamovibile. Il caso è stato segnalato da un blogger teramano che ha pubblicato l’intervista alla donna sul suo sito.
I seggi sono stati aperti alle 7 e lo resteranno fino alle 22 di oggi; si voterà anche domani. In provincia di Teramo sono 244.707 gli elettori e 360 le sezioni in cui si vota.
Il dato sull’affluenza alle 22 ci dice che in provincia di Teramo ha votato il 39,9% degli aventi diritto. Nel capoluogo la media è di poco superiore al 40% (40,34%). I Comune dove si è registrata l’affluenza più alta sono Tossicia e Fano Adriano che hanno gia superato il quorum rispettivamente con il 55,4% e con il 50,4%.

Ricordiamo che i quesiti referendari sono 4:
 Referendum popolare n. 1. Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione;
 Rferendum popolare n. 2. Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma;
 Referendum popolare n. 3. Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme;
 Referendum popolare n. 4. Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010, n. 51, in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza n. 23 del 2011 della Corte Costituzionale.