TERAMO – Tensione in Consiglio regionale sulla legge di riforma dei consorzi industriali. Il gruppo del Pd ha abbandonato per protesta l’aula dopo che il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, ha autorizzato l’ammissione di un subemendamento alla riforma presentato dalla maggioranza di centrodestra, secondo il Pd fuori l’orario stabilito. A quel punto è esplosa la rabbia dei consiglieri del Pd secondo i quali la maggioranza ha presentato unilateralmente un subemendamento al maxi emendamento discusso in commissione e sul quale si è trovata l’intesa tra maggioranza e opposizione che "riscrive totalmente la legge". Il tema della riforma dei consorzi per lo sviluppo industriale è di stretta attualità visto che dal 4 giugno scorso sono decaduti i commissari dei sei consorzi che quindi agiscono in regime di prorogatio. La maggioranza di centrodestra ha impellenza di approvare una norma che o determini la nomina del cda oppure proroghi i commissariamenti. Nel subemendamento contestato dal Pd la maggioranza stabilisce 18 mesi per l’attuazione della riforma che prevede il riordino dei consorzi con la fusione in un’unica agenzia, mentre per i commissari viene prevista la proroga per sei mesi con funzioni cambiate, in pratica un nuovo commissariamento con la conferma dei precedenti commissari, con la funzione di preparare il processo di fusione in un soggetto unico. "Non accettiamo questo comportamento della maggioranza di centrodestra – ha tuonato il capogruppo del Pd, Camillo D’Alessandro – abbandoniamo l’aula per non accettare un precedente molto grave. Il centrodestra è arrivato in aula con un grave ritardo e se non approvano una norma non sanno come gestire i commissariamenti". Il consigliere del Pd, Giuseppe De Luca, ha spiegato che il subemendamento che smentisce il maxiemendamento approvato in commissione d’intesa tra le coalizioni, serve solo a sanare il ritardo del centrodestra ed è molto grave perchè significa che l’opposizione ha perso sei mesi di tempo nel lavoro in commissione". In questo momento il dibattito su questo tema caldo continua con le altre forze di opposizione che prima attaccano la maggioranza di centrodestra, poi lasciano l’aula nonostante l’invito di Pagano a restare. In aula restano Udc e Franco Caramanico (Sel).
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