ASCOLI PICENO – E’ compleso il quadra dei possibili scenari giudiziari che il gip di Ascoli, Carlo Calvaresi, potrebbe aprire con le sue scelte sul fascicolo del delitto di Melania Rea. La Procura ascolana ha chiesto l’arresto del vedovo, Salvatore Parolisi, unico indagato per l’omicidio. Ma tutte le scelte puntano in una direzione, la trasmissione dell’intero fascicolo al gip di Teramo. I risultati dell’autopsia sul cadavere della 29enne di Somma Vesuviana hanno infatti ormai definitivamente fissato come luogo del delitto il Bosco delle Casermette a Ripe di Civitella, in territorio abruzzese. Se Calvaresi decidesse di accogliere la richiesta dei pm, potrebbe contestualmente dichiarare la propria non competenza territoriale e inviare gli atti a Teramo. Comunque vadano le cose, sempre in caso di arresto, il gip ascolano deve procedere immediatamente con l’interrogatorio di garanzia o comunque entro un termine di cinque giorni. In quella sede, se emergessero nuovi elementi o se il magistrato arrivasse a un diverso convincimento, potrebbe addirittura revocare la misura cautelare. Ma rimarrebbe sempre in piedi la trasmissione dell’intero fascicolo al gip abruzzese. Trasmissione ancora più immediata se Calvaresi, al lavoro sui voluminosi faldoni del caso Rea da vari giorni, decidesse di non accogliere la richiesta dei pm ascolani. Quanto al gip di Teramo, dovrebbe in pratica ripartire da capo, come se la richiesta di arresto fosse arrivata a lui: esame delle carte, accoglimento o rigetto dell’istanza e, nel caso, nuovo interrogatorio di garanzia nel giro di 20 giorni dalla trasmissione degli atti. Impossibile un supplemento di indagine, che si usa solo in caso di richiesta di archiviazione da parte della Procura. Insomma è un quadro talmente fluido che fa ipotizzare – in via più che altro teorica – anche la possibilità di applicare misure cautelari diverse: arresti domiciliari, obbligo di firma, obbligo di residenza e così via.