TERAMO – “La Regione dei Parchi è ormai in balia dell’estremismo venatorio di questa maggioranza e di alcuni funzionari dell’Assessorato all’agricoltura”. E’ la denuncia del WWF abruzzese sulla predisposizione del calendario venatorio 2011-2012. Le proposte in causa sono due, che per l’associazione ambientalista sono inaccettabili e contro le volontà europee. "In un gioco delle parti al ribasso, da un lato l’Assessorato regionale all’agricoltura – scrive in una nota il WWF – ha predisposto una pessima proposta di calendario venatorio che andrà all’esame del Comitato Valutazione d’Impatto Ambientale il prossimo 2 agosto, dall’altro alcuni consiglieri regionali (tra cui Sospiri, Prospero e Iampieri) hanno presentato una proposta di legge al Consiglio regionale per approvare un calendario venatorio triennale che va a premiare le fazioni più oltranziste del mondo venatorio". Approvare il calendario venatorio con legge regionale, invece che con atto amministrativo di Giunta come prevede la legge, è, per il WWF, un escamotage per cercare di evitare i ricorsi al TAR che negli ultimi anni bocciavano puntualmente le illegittime scelte filo-venatorie della Regione, poiché risulta giuridicamente difficile impugnare una legge regionale. I funzionari regionali "stanno lavorando, – secondo la nota – secondo la normale procedura amministrativa, su un testo di calendario che diventerà “fantasma” non appena il Consiglio regionale avrà approvato con legge l’altro calendario. Inoltre ci sarebbe quello che viene definito lo "scontro istituzionale con il Governo nazionale e la Commissione Europea", visto che viene presentata una proposta di legge senza considerare che già lo scorso anno il Governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale il calendario venatorio della Regione Abruzzo, approvato sempre con legge. Il WWF spiega, per esemplificare, che i funzionari regionali "sono arrivati a scrivere che è possibile cacciare specie di anatre ormai rarissime, come il Codone, ammettendo però che vi sono in tutta la regione solo 25 esemplari di questa specie (e i cacciatori sono 15.000!)". Questo modo di fare "apre un contrasto, non solo con il Governo nazionale sottolinea l’associazione ambientalista – ma anche con la Commissione Europea giustamente preoccupata per una gestione venatoria che sta riducendo allo stremo la fauna selvatica”.