TERAMO – "Non avrei mai pensato di scriverti in questa situazione. L’ho tradita ma non l’ho ammazzata. In
termini di legge il tradimento non costituisce nessun reato, allora non mi spiego il motivo della mia permanenza qui, in carcere". E’ destinata alla giornalista di "Quarto Grado" Ilaria Mura e a suo marito questa lettera scritta da Salvatore Parolisi, lettera di cui il Tgcom pubblica in esclusiva sul sito alcuni passaggi. Dal carcere di Teramo, Salvatore Parolisi affida pensieri e sensazioni in queste righe parlando del suo matrimonio, dichiarando la sua innocenza e la sensazione di solitudine che sta vivendo. Ecco alcuni passaggi della lettera: "Ho bisogno di tutti voi per acquisire sempre più fiducia in me… per uscire da questa ingiustizia. Non tutti mi hanno già condannato… dirvi come sto io adesso solo Dio lo sa, ma sono un combattente non mollo facilmente e combatterò fino a quando dimostrerò la mia innocenza, per la memoria di mia moglie e per mia figlia. A volte chiudo gli occhi e rivedo tutta la mia vita, partendo da quelle immagini del mio matrimonio che voi avete trasmesso in Tv (a Quarto Grado), Bè cosa vedo io? L’immagine di un ragazzo con lo sguardo smarrito che con un si segna il suo destino. Quel ragazzo, volontario in Kosovo, in Afganistan, con una grande e sana voglia di vivere, di sperimentare nuovi orizzonti, di sognare… Quell’anima gentile non esiste più. Tutti coloro che mi hanno distrutto la vita frantumando i miei sogni non troveranno mai pace finchè io sarò in vita. Adesso sono un ragazzo sommerso dall’odio, frustrato, debole, che affonda nel suo sgomento il suo dolore… Nel cuore una grande voglia di vita e speranzoso di poter al più presto ridere e stringere forte al mio petto ma mia piccola Vittoria… Mi sta mancando la voglia di vivere, penso che forse sarebbe stato meglio che avessero ammazzato me quel giorno. Mi mancate tutti, Melania, Vittoria, la mia famiglia, gli amici, la mia vita".