Di Odoardo: “Questa provincia rischia di morire”

TERAMO – La Cgil di Teramo si ribella alla manovra economica del Governo e lo fa organizzando uno sciopero generale di otto ore. La manifestazione è fissata per martedì prossimo (ore 9,30) in Largo Madonna delle Grazie ed è stata organizzata in appena sette giorni. È Giampaolo Di Odoardo, segretario provinciale della Cgil di Teramo, a spiegare le ragioni dello sciopero: “Questa manovra è iniqua perché colpisce i diritti dei cittadini. Di fatto mina lo Stato di diritto e in alcune sue parti può persino essere considerata incostituzionale. Ma c’è di peggio, perché quando si diffonde l’idea che lo Stato di diritto è morto, c’è il rischio che nasca un sentimento di disamore generalizzato e che ognuno pensi di fare come vuole”. La manovra, prosegue Di Odoardo, “non dedica un solo rigo ai precari e agli inoccupati, rinvia di due anni la riscossione dei tfr, sparge paura tra le famiglie, prevede la possibilità di licenziare senza giusta causa, colpisce i redditi, nega un futuro ai giovani, indebolisce la sanità”. Secondo i dati della Cgil, in provincia di Teramo ci sono oltre cinquantamila disoccupati (cassintegrati compresi) che non sanno, “di che morte devono morire”. Dal piano locale a quello nazionale, il passo è breve e si arriva alle dolenti note dei costi della politica: “Quali sono i tagli che la manovra prevede in questo senso? Viene da ridere – dice Di Odoardo – quando si sente parlare di dimezzare il numero dei parlamentari: l’operazione dovrebbero approvarla i parlamentari stessi, e sarebbe come chiedere al maiale se vuole che ogni giorno sia Natale”. “Nella nostra provincia – continua il sindacalista – mancano risorse per l’innovazione tecnologica e per le attività produttive. A livello di impresa c’è un minimo di ripresa delle commesse, ma questo non si traduce in una ripresa occupazionale, semmai in un incremento del lavoro nero, perché in tempi di magra si tira più che mai a massimizzare i profitti: e i lavoratori, pur di lavorare, molto spesso accettano condizioni che in latri contesti non accetterebbero”. Le previsioni, a questo punto, lasciano intravedere tempi davvero cupi: “Di questo passo – dichiara Di Odoardo – la nostra provincia morirà. L’unico ammortizzatore sociale che abbiamo, e che non so quanto possa ancora resistere, è che ciascun lavoratore, quando la mattina esce di casa per andare a fare il proprio mestiere, in verità si fa carico di un’intera famiglia. Lo stipendio di uno deve bastare almeno per quattro, ma se quell’uno è in cassa integrazione, con settecentocinquanta euro mensili non può che crollare”. Perciò lo sciopero: “Noi della Cgil – conclude Di Odoardo – non possiamo far altro che lottare. Mi meraviglio dell’opposizione, che dovrebbe essere più incisiva. Abbiamo proposte per la crescita, l’occupazione, l’equità e la giustizia e ne discuteremo martedì”. Fra le idee sostenute dalla Cgil, un piano strutturale per la lotta all’evasione fiscale e al sommerso, un’imposta straordinaria sui grandi immobili, l’introduzione di un’imposta ordinaria sulle grandi ricchezze, una sovrattassa straordinaria sui capitali già sanati con lo scudo fiscale, ma non rientrati dall’estero, e una riduzione dei costi della politica. Il tutto in vista della costituzione di un fondo per la crescita e l’innovazione (con investimento di circa un miliardo di euro all’anno per l’immissione dei giovani nel mondo del lavoro) e il sostegno a redditi e consumi attraverso la riduzione del prelievo fiscale su redditi lavorativi e pensionistici.