TERAMO – In Provincia si continua a lavorare alla riorganizzazione dell’ente. Il progetto è stato inviato al tavolo sindacale ieri pomeriggio. La proposta, che comprende anche il nuovo regolamento, prevede, fra gli altri, alcuni punti “caratterizzanti”: la riduzione delle posizioni dirigenziali (da tredici a otto); l’eliminazione della figura del direttore generale; la riduzione della dotazione organica complessiva; la revisione degli incarichi dirigenziali e la loro eventuale rotazione; la razionalizzazione e riorganizzazione dei settori; l’istituzione di nuovi servizi. “Una riorganizzazione in linea con l’esigenze dell’ente e con le istanze che arrivano dal Paese: rigore, risparmio, riduzione di organici e di dirigenti”, dichiara in una nota il presidente Valter Catarra. Tra le previsioni, l’attivazione di nuovi servizi, tra cui l’Urp e l’ufficio statistica, quella dei servizi di controllo indicati dalla legge a garanzia degli atti e dell’attività amministrativa (e “fino ad oggi mai attuati”, recita la nota diffusa dalla Provincia) e quella dell’ufficio di staff a servizio degli organi di Governo: “Anche in questo caso – specifica la nota – non è prevista alcuna assunzione esterna: le funzioni dell’ufficio di staff, correttamente inteso come ufficio di supporto agli organi elettivi, viene assolto con personale interno”. La previsione di dotazione organica passerebbe da 520 a 477 dipendenti (attualmente ne sono coperti 341), mentre aumenterebbe di circa 30 unità la previsione di dipendenti in fascia B e B3 prevalentemente con la qualifica di operaio. In base a questa ipotesi di ristrutturazione, rispetto al 2009 i costi passerebbero da 1 milione e 408 mila euro a circa 885 mila euro, mentre quello dei dipendenti passerebbe da circa 7 milioni e mezzo circa a 7 milioni e 100 mila, per un contenimento di spesa pari a circa un milione di euro. Le relazioni sindacali sono condotte dal segretario generale dell’ente, Gianna Becci, che dichiara: “Per legge, solo una parte della materia del progetto di riorganizzazione è soggetta a consultazione con i sindacati: consultazione e, quindi, né contrattazione né concertazione. Noi abbiamo comunque portato al tavolo tutta la materia, riorganizzazione e nuovo regolamento. I sindacati, ieri sera, hanno posto una pregiudiziale al dibattito chiedendo il ritiro della delibera adottata dalla Giunta a luglio in quanto, a loro parere, si tratta di una delibera non legittima perché immediatamente eseguibile. In realtà la deliberazione rappresenta un atto di indirizzo di parte politica e non ha prodotto alcun atto conseguente tanto è vero che da allora ha anche subito delle modifiche”.
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