TERAMO – Nelle intercettazioni telefoniche sul caso Tarantini indagato con la moglie con l’accusa di estorsione al premier Silvio Berlusconi, c’è un passo che riguarda uno scambio di sms tra Valter Lavitola e Mario Amicone, attuale direttore generale dell’Arta (Agenzia regionale abruzzese di tutela ambientale), ex consigliere regionale ed ex assessore Udc della Giunta Pace, ora esponente della lista "Rialzati Abruzzo" che fa parte della maggioranza di centrodestra alla Regione. Amicone si lamenta con Lavitola (tuttora latitante), perchè – secondo quanto riporta Il Corriere della Sera – ritiene di essere preso in giro e afferma che qualcuno deve ricordare al presidente Berlusconi cosa ha fatto lui e quanto gli era stato promesso. Poi aggiunge di essere in attesa di una designazione per un incarico bene definito. Nel primo sms Amicone scrive: "Francamente oltre che sfiduciato sono deluso e mi sento preso in giro. Credo che il presidente, per quanto impegnato, se qualcuno gli ricordasse chi sono….". Nel secondo: "Cosa ho fatto e le promesse fatte a me, si arrabbierebbe e chi mi dovrebbe designare sa quale è l’incarico possibile". Lavitola risponde: "Ti do la mia parola che farà leggere il tuo sms al Presidente. Ti assicuro che non dimentico". Lo scambio degli sms indigna alcuni esponenti dell’opposizione in Consiglio regionale che chiedono oggi al governatore Chiodi di spiegare la nomina di Amicone alla guida dell’Arta. "Ora che sappiamo che il latitante Lavitola è il gancio di Amicone con il PdL e con Chiodi e visto che Amicone non è un esperto in materie ambientali, Chiodi deve spiegare agli abruzzesi perchè lo ha nominato alla Direzione generale dell’Arta. Se non lo farà, ci penseremo noi". E’ quanto dichiarano Carlo Costantini,
capogruppo IdV in Consiglio regionale, e Cesare D’Alessandro, vice capogruppo IdV, sulle intercettazioni pubblicate. Sulla questione interviene anche il senatore Alfonso Mascitelli, segretario regionale dell’IdV, che dichiara: "Se dovessero essere confermati i contenuti delle intercettazioni, ci troveremo di fronte ad un fatto di gravità inaudita. Il direttore generale di un ente regionale, che ha compiti di grande responsabilità strategica, deve essere al di sopra di ogni sospetto e dubbio. Se fossimo in un paese normale non avremmo dubbi sulle immediate dimissioni di Amicone dall’Arta. Visto, però, che è tutt’ora in buona compagnia di esponenti del centrodestra coinvolti, a vario titolo, in vicende e scandali giudiziari è facile immaginare che continuerà a restare al suo posto con un lauto stipendio, pagato con le tasse degli abruzzesi ed i favori di Lavitola". Per chiedere le dimissioni di Mario Amicone interviene anche Maurizio Acerbo, consigliere regionale di Rifondazione Comunista. "Si conferma che la "rivoluzione meritocratica" di Gianni Chiodi è una presa in giro. Non sapevamo che a selezionare le nomine fosse un personaggio come Lavitola! Possiamo facilmente intuire cosa Amicone ha fatto per il Berlusconi: tutti ricordano il cambio di schieramento di Amicone alla vigilia delle regionali, l’abbandono dell’Udc e il sostegno elettorale dato a Gianni Chiodi. Il quadro che emerge sul Pdl abruzzese e nazionale è
sempre più squallido. Dopo la cricca degli amici di Verdini e Gianni Letta, ora finiamo nelle indagini sui "papponi" e le estorsioni. Rifondazione Comunista chiede le immediate dimissioni di Mario Amicone dal vertice dell’Arta e invita lo stesso Presidente Chiodi a riflettere sulla sua permanenza alla Presidenza della Regione Abruzzo". Accuse respinte con forza dal portavoce del governatore Gianni Chiodi, Enrico Mazzarelli che così replica. "E’ l’ennesimo, maldestro, tentativo dell’Italia dei Valori di confondere le acque e strumentalizzare la vicenda per tirare dentro, a forza, il presidente Chiodi. Ma le incongruenze sono talmente tante ed evidenti che il fallimento è assicurato". "La nomina di Amicone all’Arta – spiega meglio Mazzarelli – è antecedente di mesi alle intercettazioni telefoniche con Lavitola cui si fa riferimento. Pertanto, non c’è assolutamente nessuna relazione tra i due casi"