TERAMO – Un cortometraggio postato su YouTube un anno e mezzo fa sembra aver voluto annunciare il folle gesto di Valentino Di Nunzio, il 27enne che domenica pomeriggio, a Manoppello Scalo, in provincia di Pescara, ha ucciso con cinque coltellate la madre, Maria Teresa Di Giamberadino, casalinga di 55 anni. Nel video, intitolato "La dodicesima vittima", il giovane si presenta come un killer che voleva "un pollo da sgozzare", che "cercava sangue, voleva ascoltare il suono della morte".
Nel filmato, di cui il ragazzo è protagonista e regista, compaiono anche il cugino, da cui Di Nunzio era andato prima di uccidere la madre, e il padre, che non era in casa al momento dell’omicidio. "Mi sentivo un dio castigatore – recita il 27enne nel cortometraggio -, avevo il sangue alla bocca, quanto basta per uccidere, e nel mio giardino c’è sempre carne fresca da macellare. E’ pazzesco come le persone riescano a pensare che
un assassino sia qualcosa di lontano da loro e invece no, io c’ero sempre stato".
"Comunque era tempo di muoversi: dovevo soddisfare il mio istinto di uccidere – va avanti -. Cercavo sangue e volevo ascoltare il suono della morte, il grido disperato di qualcuno che per tutti è soltanto un innocente. Ditemi un po’ se per voi l’innocenza ha la faccia della mediocrità. Per me no, per me l’innocenza è sempre stata la verità. E se la verità mi spinge ad uccidere forse io non sono colpevole".
"E poi colpevole o innocente – recita ancora Di Nunzio – non fa differenza quando si fa qualcosa di più grande di noi. Essere partecipe e regista di quella che è la vita, entrare e comandare quella volontà che ci fa nascere e ci fa morire. Tutti sono buoni a far nascere qualcuno. Ma a uccidere?" si chiede. "Sì, è li che ti senti vivo, quando diventi carnefice – dice ancora -. Perchè quando scegli di uccidere hai il potere di entrare nel grande disegno e modificarlo a tuo piacimento, ma forse non è da tutti e va bene così. Mi sono sempore gustato con compiacimento la mia unicità, la mia grandezza e forse il coraggio che manca a tutti". Di Nunzio, in cura da diversi anni per problemi psichici, secondo gli investigatori avrebbe aggredito la donna senza un
apparente motivo. "Ho ucciso mia madre, mi aveva fatto arrabbiare" ha detto ai Carabinieri, al loro arrivo
nell’abitazione. A coordinare le indagini è il pm della Procura di Pescara, Salvatore Campochiaro.