TERAMO – E’ stata sentita per oltre 8 ore dai pm del pool teramano che indagano sul delitto di Melania Rea, Ludovica Perrone, la soldatessa romana che aveva una relazione con Salvatore Parolisi, marito della vittima e unico indagato dell’uxoricidio, in carcere a Castrogno. La giovane donna è ascoltata per la prima volta, come persona informata sui fatti, dai pubblici ministeri teramani Davide Rosati e Greta Aloisi. L’audizione si è tenuta nel comando del Corpo Forestale dello Stato di Assergi (L’Aquila): con un grande spiegamento di auto civetta, gli investigatori e i pm hanno organizzato lo spostamento della testimone dall’originario luogo della convocazione per il colloquio, il comando provinciale dei carabinieri di Teramo, nel tentativo molto ben riuscito fino al tardo pomeriggio, di nasconderla ai giornalisti. Un atteggiamento poco comprensibile per ‘proteggere’ una testimone, seppur importante, soprattutto alla luce del fatto che stessa ‘cortesia’ non è stata riservata ai genitori della vittima, sentiti di recente negli uffici della procura teramana e non sottratti così all’assalto dei cronisti. Ludovica ha lasciato la caserma poco prima delle 18:30, per far rientro nella capitale. Impossibile conoscere i contenuti del confronto, ma è persumibile che i sostituti procuratori abbiano voluto cementare alcuni dettagli del rapporto tra la soldatessa e il caporalmaggiore, per dare forza alla tesi del movente passionale che avrebbe portato Parolisi a uccidere la mamma 29enne di Somma Vesuviana.