TERAMO – Il futuro della raccolta differenziata ‘porta a porta’ è quello dei microchip, un’idea coccolata da tempo anche dal sindaco Maurizio Brucchi per rendere tracciabili i mastelli e dire chiaro e tondo chi ha selezionato bene e chi male, ma per ora l’dea resta “una ciliegina sulla torta” anche per via dei costi elevati dei controlli da effettuare per questo tipo di operazione. Fernando Cantagalli, presidente della Team, pensa adesso alle tappe più immediate, come quella del centro di riciclo a Terrabianca ora che i livelli raggiunti dalla differenziata in città (circa il 68%) consentono di realizzare un impianto di questo tipo. Intanto se Cantagalli pensa a snellire la burocrazia dei servizi cimiteriali, la burocrazia è meno benevola nei confronti della Team. L’azienda, a causa della mancata presentazione di un modello richiesto da Equitalia alla procura di Catanzaro, non riesce a rientrare in possesso dei 930 mila euro dissequestrati dopo l’inchiesta che ha toccato l’ex amministratore delegato della Team, Stefano Gavioli. Un cavillo dunque che costa sacrifici triplicati alla municipalizzata che per pagare i fornitori, tra cui la Deco che minacciava di lasciare i rifiuti alla porta, ha potuto contare solo sul sostegno del Comune che ha anticipato alcune somme dovute per i servizi.