TERAMO – Il Partito democratico abruzzese ribadisce la necessità della riforma del trasporto pubblico locale, con la creazione di una società unica, e annuncia che il disegno di legge approvato a luglio dalla Giunta regionale
sarà discusso domani in Quarta Commissione consiliare, prima di arrivare all’esame del Consiglio regionale, nella seduta del 13 dicembre, "per vedere se il centrodestra è capace di votare contro se stesso". In una conferenza stampa a Pescara, il capogruppo del Pd, Camillo D’Alessandro, ha affermato che "a fronte di milioni di euro tagliati dal Governo Berlusconi e confermati dal Governo Monti, il centrodestra ha approvato a luglio, anche se in ritardo, la riforma per istituire la società unica dei trasporti, ma da luglio ad oggi non si è mosso un passo. Questo – ha aggiunto – perchè ci sono divisioni interne: quando togli le sedie, gli sgabelli e le poltrone si litiga sempre". "Abbiamo richiesto, come ci consente il regolamento – ha spiegato il capogruppo -, di portare la loro legge in discussione domani in Commissione. Se dovessero bloccarla la presenteremo di nuovo nella finanziaria, che dovrà essere approvata entro il 31 dicembre. Ci sarà un momento in cui dovranno votare il loro testo di legge, non scappano". "Ribadiamo la necessità assoluta di procedere all’istituzione della società unica dei trasporti – ha proseguito D’Alessandro -. Sono stati tagliati 33 milioni di euro sul ferro e 23 milioni sulla gomma. In questo modo l’Abruzzo si fermerebbe. Per evitarlo è necessario mettere in campo riforme che riducano i costi, pur garantendo i servizi, altrimenti i cittadini non avranno più i servizi pubblici locali". In attesa della fusione vera e propria, il Partito democratico auspica l’istituzione di un consiglio di amministrazione unico, con un unico direttore, che consentirebbe una prima riduzione dei costi. All’incontro con la stampa hanno partecipato anche il consigliere regionale Claudio Ruffini e il responsabile settore trasporti del Pd, Tonino Sposetti. Ruffini ha parlato di una vera e propria emergenza: "si dovrà tagliare un terzo dei collegamenti o triplicare i costi attuali – ha sottolineato – e i tagli interesseranno l’utenza più debole e le aree interne".