TERAMO – Dopo le accuse partite da Fli, e le indagni avviate su presunte irregolarità nella gestione dei fondi europei da parte di Teramo lavoro, la società in house della Provincia, i consiglieri del Pd presentano un nuovo esposto che si concentra su 5 punti illustrati nel corso di una confernza stampa dal capogruppo del Pd, Ernino D’Agostino e dall’avvocato e consigliere provinciale Renzo Di Sabatino che prima di entrare nelle contestazioni ci tengono a ribadire che finalità dell’iniziativa "non è quella di colpire la società in house, ma di mettere in sicurezza i servizi erogati e i 110 posti di lavoro". Queste le contestazioni mosse:
Il trasferimento delle risorse dalla seconda metà del 2010 alla fine di marzo 2011: dai documenti in possesso dei consiglieri del Pd emerge che il Terzo settore (Politiche del Lavoro – Formazione Professionale) ha trasferito a Teramo Lavoro oltre 575mila euro tutti a valere su fondi europei assegnati però alla Provincia. Sostanzialmente c’è un problema di gestione poco chiara dei fondi comunitari di cui dovrebbe beneficiare la Provincia, ma che secondo i consigliere del Pd servono a pagare anche i costi di gestione della Teramo Lavoro.
Il controllo: Di Sabatino mette in evidenza che alle società strumentali possono essere affidati beni e servizi a condizione che si eserciti un controllo analogo a quello che l’ente esercita sui propri uffici. "Una condizione mai rispettata visto che Teramo lavoro si è costituita a giugno 2010 e dai documenti emerge che a novembre 2011 non è ancora stato elaborato il regolamento sul Controllo analogo. L’ufficio preposto al controllo è dunque rimasto sulla carta".
L’ispezione: Secondo la convenzione stipulata tra il terzo settore e Teramo Lavoro la Provincia può eseguire attraverso suoi incaricati verifiche sulla corretta gestione della società. "Sconcerta dunque che il presidente della Provincia, ben a conoscenza della mancata attuazione del controllo analogo, ha invtato gli uffici del terzo settore ad attendere la convocazione di appositi incontri tecnici prima di procedere all’effettuazione di attività ispettive previste dai regolamenti europei".
I fondi comunitari: Per il gruppo del Pd i fondi comunitari sarebberi stati utilizzati in maniera impropria e per finalità non consentite dalla normativa, come quello del pagamento dei costi gestionali delle figure apicali di Teramo Lavoro (tra cui anche l’amministratore unico, venanzo Cretarola) che risultano però in carico al terzo settore. "Fondi caricati impropriamente dalle risorse comunitarie e che necessitavano quantomeno di autorizzazioni da parte dell’Autorità di Gestione".
Il reclutamento del personale: "Con riferimento alle società strumentai – ha dichiarato Renzo Di Sabatino – nella selezione del personale occorre che siano rispettati criteri di trasparenza, imparzialità e pubblicità, che non solo non sembrano essere rispettati da Teramo Lavoro, ma d fatto vanificati nel regolamento per la selezione del personale in cui si prevede tutto e il contrario di tutto".