TERAMO – Posizioni durissime quelle prese dagli esponenti dell’opposizione dopo il weekend di riflessione servito a metabolizzare la notizia dello stop al project financing del Nuovo Teatro, letto come un nuovo "passo indietro" dell’amministrazione. Dall’insostenibilità economica del progetto, alle "tensioni sociali" causate dall’abbattimento del teatro, fino "all’incapacità di programmazione", queste le posizioni emerse dai diversi esponenti dell’opposizione. Giovanni Cavallari (Pd) assimila Chiodi e Brucchi a due faraoni "legati dall’ambizione di regalare mastodontici e fantasiosi progetti per il territorio" che poi non risultano percorribili, ad esempio la Turbogas e adesso il teatro. Il capogruppo del Pd accusa la maggioranza anche sulla mancanza di programmazione: le opere inaugurate erano state programmate da Sperandio, nulla sarà cantierabile grazie alla Giunta attuale. "Immaturo" definisce ancora Cavallari l’atteggiamento politico del primo cittadino: "Ogni volta che fallisce un progetto, presenta frettolosamente la soluzione alternativa". Cavallari parla anche di frattura politica all’interno della maggioranza. "Lo stesso assessore Agostinelli ha frenato sulla riqualificazione del vecchio comuale". Posizioni simili quelle del consigliere Sandro Santacroce (Rifondazione Comunista) secondo cui Brucchi, alla sua "pensione da sindaco", non avrebbe ancora compreso il suo ruolo, ostinandosi ad avere come unico interlocutore la sua maggioranza. "La Stu è saltata, la riqualificazione del manicomio è saltata, bloccato anche lo svincolo del Lotto Zero della Gammarana e adesso siamo rimasti tre anni fermi grazie alla ditta che doveva realizzare il teatro. E’ irriguardoso da parte del sindaco continuare a ignorare le sollecitazioni che vengono dai cittadini". Contestazioni arrivano dal consigliere di Rifondazione anche sulla "filosofia" che anima un project financing: "Non è l’imprenditore che deve dettare la politica urbanistica, ma è il Comune. A Teramo è avvenuto il contrario". Si dichiara animato invece da due sentimenti opposti Siriano Cordoni (Idv): da una parte la soddisfazione per il tramonto di un project che lascia inalterata la vocazione sportiva dell’area del vecchio stadio comunale e dà ragione alle 5000 firme raccolte dai giovani tifosi teramani, dall’altra la forte preoccupazione per l’affidamento del destino della città a persone esterne al Consiglio comunale. Cordoni parla ancora di "pagina drammatica" quando definisce il momento della comunicazione resa dal sindaco ai capigruppo sullo stop del project. "Il sindaco si è dichiarato vincolato al segreto d’ufficio – ha detto Cordoni -. Un segreto che è stato poi rovesciato sulla minoranza, quasi a scaricare le responsabilità". Drammatici sono stati per Cordoni anche i momenti in cui, nel perseguire il progetto del Nuovo Teatro, si istituiva a Teramo una "zona rossa" e si criminalizzavano i ragazzi della Est. Preoccupato invece dalla possibilità di nuovi debiti fuori bilancio si dice Silvio Antonini (Città di Virtù) per eventuali ricorsi da parte della ditta proponente. Sposta l’obiettivo sui probabili interssi malavitosi invece il consigliere Manola Di Pasquale (Pd): "Quando si mettono in moto sistemi ecoomico-edilizi di questa portata, nello specifico un volume di affari di 44 milioni di euro, è normale che si alzi il rischio di intercettazioni malavitose". La Di Pasquale è intervenuta anche sui "risvolti sociali" del dissenso all’opera manifestato dai ragazzi della Est. "Per dare il teatro alla città con quel progetto, dei giovani sono ancor coinvolti in processi penali per associazione a delinquere. Abbiamo sostenuto 4 Consigli comunali con la Digos – ha dichiarato la Di Pasquale che si è soffermata anche sui passaggi amministrativi -. Con quale atto il sindaco blocca adesso quest’opera? Ci sarà un Consiglio comunale, con una delibera di Giunta, con l’atto di un dirigente?" Alle contestazioni di Valdo Di Bonaventura (Idv) "sull’impasse amministrava che ha causato ritardi anche sulla riqualificazione di via Piave, o su opere come la rotonda di Piano d’Accio" si sono aggiunte quelle di Maurizio Verna (Pd) che ha concluso così: "Di opere faraoniche Brucchi e Chiodi hanno portato a termine solo lo stadio e il centro commerciale. Entrambi però quando erano all’opposizione si erano dichiarati contrari".
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