TERAMO – “Quando si parla di razionalizzazione degli Enti pubblici e di risparmio delle risorse non si può fare di tutta l’erba un fascio”. Parola del presidente regionale del Pd Manola Di Pasquale, che interviene in merito alla proposta di soppressione dei Bim (Bacini imbriferi montani), lanciata dai sindaci di Penna Sant’Andrea, Valle Castellana e Rocca Santa Maria. “bisogna saper distinguere tra gli enti che servono e quelli che oggi hanno perso le loro funzioni e costituiscono soltanto un costo inutile per la collettività”, sostiene Di Pasquale, che, ricordando i motivi per cui sono nati i Bim precisa anche: “Se oggi i Bim hanno perso la funzione ed i costi di gestione superano i benefici, come accade per quello del Tronto, allora si devono sciogliere. Ma se ancora mantengono quella importante funzione che tutela proprio il territorio sfruttato ed il piccolo comune, dando quindi concrete ed evidenti risposte in termini di opere e di interventi, che giammai avrebbero i piccoli comuni da soli potuto realizzare, come accade per il Bim Vomano Tordino, costituito da 22 comuni, come si può soltanto pensare di eliminare un tale importante strumento?”. Secondo Di Pasquale quindi, occorre fare le opportune distinzioni, perché, se funzionano e rispondono agli scopi per cui sono nati, questi Enti potrebbero portare dei benefici ai Comuni aderenti. “Si raggiungono due obiettivi – afferma Di Pasquale – da una parte permettere anche a piccoli comuni di poter fare delle grandi opere, come scuole o strade, utilizzando le risorse di tutti, che non vengono da finanziamenti pubblici, e dall’altro di essere forti contro la società concessionarie che pur sfruttando beni comuni e le nostra montagne,vogliono pagare sempre meno. Ed allora bisogna domandarsi: è più conveniente per un Comune avere una piccola somma come sovra-canone che si perderebbe inevitabilmente nei difficili bilanci dell’Ente, o utilizzare i maggiori fondi avere quindi una più grande incisività?”