TERAMO – Cassa integrazione per 40 dipendenti, contratto di solidarietà e incentivi alla mobilità volontaria sono i termini dell’accordo raggiunto al tavolo istituzionale convocato sulla situazione delle Golden Lady dove si è stabilito di chiudere due reparti dello stabilimento di Basciano e di riorganizzare l’attività produttica del sito.. All’incontro, presieduto da Valter Catarra, hanno preso parte l’assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti, gli assessori provinciali Eva Guardiani e Ezio Vannucci, il sindaco di Basciano, Paolo Paolini i sindacati e i rappresentanti aziendali dell’azienda. Pur ribadendo il peso delle difficoltà congiunturali, i rappresntanti dell’azienda, Federico Destro e Carlo Scorranese, hanno confermato la volontà di continuare a lavorare in provincia di Teramo “riaffermando che il sito produttivo resta un punto strategicio del gruppo ma che tuttavia il persguimento di tale obiettivo passa per una rivisitazione di alcuni aspetti dell’organizzazione produttiva”. “Si tratta di un risultato particolarmente significativo, frutto della qualità delle relazioni industriali grazie all’impegno congiunto di sindacati e istituzioni e del lavoro svolto dagli uffici – ha fatto rilevare Catarra-. Dall’inizio di questa vertenza i numeri degli esuberi si sono dimezzati. Noi faremo la nostra parte e possiamo costruire un percorso insieme alla Regione per sostenere un polo industriale che continua ad impegnare oltre 400 persone in uno dei settori, il tessibile, che più ha risentito della crisi del manifatturiero”. A conclusione della riunione le parti hanno convenuto di predisporre un programma che accompagnerà la riorganizzazione produttiva che avverrà attraverso un percorso di cassa integrazione straordinaria per 40 dipendenti per cessazione dell’attività dei due reparti in un arco di tempo di 24 mesi. Sono previsti incentivi per chi, fra questi 40 esuberi, volesse accedere alla mobilità volontaria. L’accesso alla cassa integrazione straordinaria consentirebbe, fra le altre cose, di accompagnare, almeno una ventina di lavoratori, alle soglie della pensione. Per il resto dei dipendenti, circa 400, sarà applicato il contratto di solidarietà. “Vorrei far rilevare – ha affermato a questo proposito Paolo Gatti – la condizione molto diversa che si è realizzata in questo polo produttivo rispetto ad altre realtà territoriale. E’ chiaro, anche noi ci poniamo dei problemi di prospettiva e anche per questo siamo qui, per confermare il nostro impegno, quello della Regione, per sostenere con gli strumenti a nostra disposizione, l’impegno dell’azienda”. L’accordo prevede l’attivazione da parte di Regione e Provincia di specifici percorsi formativi e di riqualificazione professionale al fine di favorire opportunità occupazionali ai lavoratori interessati verso aziende del territorio, anche in settori produttivi diversi da quello tessile e il monitoraggio da parte di Confindustria con l’obiettivo di individuare opportunità di reimpiego, per i lavoratori sospesi, nell’ambito delle imprese associate.
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