TERAMO – “Situazione critica, piccoli e medi imprenditori sfiduciati”. E’ questo l’allarme alle istituzioni lanciato dal presidente di Confapi Abruzzo Italo Ferrante dopo l’emergenza maltempo. “Da una ricognizione fatta tra le nostre aziende associate – sottolinea Ferrante – è uscita fuori una situazione critica: danni agli opifici, alle attrezzature, spese straordinarie per la pulizia di piazzali e capannoni, mancata produzione per giorni che, per alcune aziende, ancora non è ripresa a causa del ghiaccio. Le aziende edili, ad esempio, per il mese di febbraio saranno costrette a ricorrere quasi completamente alla cassa integrazione”. Una situazione difficile, che va a sommarsi alla crisi economica che ha colpito la Regione negli ultimi anni, dal sisma del 2009 all’alluvione del 2011. “Sappiamo – aggiunge Ferrante – che la Regione si sta attivando affinché ci sia un adeguato ristoro anche alle imprese colpite dall’emergenza e l’intervento dell’Europa, con il fondo di solidarietà, è di vitale importanza ma il rischio è la lungaggine dei tempi e l’incertezza dell’esito”. Ferrante riporta anche il senso di sfiducia di molti suoi colleghi “che finora non sono stati mai risarciti, neanche in minima parte, per l’alluvione di marzo 2011, tanto che si stanno convincendo di chiudere le attività”. Confapi sprona quindi le amministrazioni nazionali e regionali “a fare la loro parte, escludere l’applicazione della tassa sulle disgrazie e differire gli adempimenti fiscali, questi sono i primi passi da compiere. Di certo non basteranno e saranno necessarie altre misure da mettere in atto rapidamente, ma rappresentano un segnale di fiducia verso il lavoro compiuto dalle piccole e medie imprese”. Anche per la Coldiretti i danni all’agricoltura in Abruzzo sono stati ingenti: 32 milioni di euro, la Regione più colpita dopo il Lazio. Secondo il presidente nazionale Sergio Marini “è necessario verificare se ci sono le condizioni per un intervento straordinario del fondo di solidarietà dell’Unione europea”.