L’AQUILA – Slitta al 13 marzo la sentenza d’appello per l’omicidio di Emanuele Fadani, l’imprenditore 38enne ucciso a pugni il 10 novembre 2009 ad Alba Adriatica. I giudici aquilani, dopo una camera di consiglio di circa tre ore, hanno emesso un’ordinanza con cui convocano il consulente tecnico del pubblico ministero, il dottor Cristian D’Ovidio, perchè spieghi la natura di due lesioni non mortali ma presenti sul volto della vittima. Questo particolare del delitto era stato sottolineato dagli avvocati delle parti civili, a sostegno della tesi del coinvolgimento di tutti e tre gli imputati nell’omicidio volontario di Fadani. Sul banco degli imputati ci sono i tre Rom di Alba Adriatica, Elvis e Danilo Levakovic e Sante Spinelli. Soltanto il primo è stato condannato in primo grado a 10 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale, mentre gli altri due sono stati assolti.
Le ferite al volto. Le lesioni che saranno poste sotto la lente d’ingrandimento sono due: una sulla regione frontale sinistra, l’altra sul ‘montante’ nasale destro. Secondo la stessa relazione del consulente del pubblico ministero, la prima non «assume particolare funzione lesiva, posto che non sono stati evidenziati fenomeni fratturativi o interessamenti encefalici sottostanti, rimanendo la lesione confinata al versante del cuoio capelluto. Allo stesso modo, l’escoriazione sul montante nasale destro non risulta dotata di efficienza lesiva tale da essere incastonabile nel processo deterministico letifero avutosi». In sostanza il medico legale riferisce della loro presenza ma non gli attribuisce valore decisivo per il decesso dell’imprenditore albense.
La parte civile: «Un nostro successo». E’ importante per la parte civile, che la corte abbia deciso con questa ordinanza. Si tratta, in sostanza, di un passaggio che potrà chiarire, secondo l’avvocato Gabriele Rapali, che tutela gli interessi della madre e dei fratelli di Fadani, che quelle due ferite finora passate sotto silenzio, sono la prova che Emanuele è stato picchiato a terra dopo il colpo mortale. Un pestaggio, insomma, che coinvolgerebbe appieno le responsabilità degli alti due imputati nel processo e assolti in primo grado. Ma soprattutto, una diversa configurazione del reato, non omicidio preterintenzionale ma volontario.
La difesa: «Passaggio importante per confermare la nostra estraneità». Di diverso avviso, nel gioco delle parti, la difesa di Danilo Levakovic e Sante Spinelli. «Si tratta di un passaggio importante che dimostra come questa Corte sia molto attenta a valutare tutti gli aspetti di questo processo – ha commentato l’avvocato Piergiuseppe Sgura -. I giudici vogliono escludere la reiterazione dei colpi e vogliono farlo chiedendo al consulente di spiegare l’origine di queste lesioni».