TERAMO – "Comunque vada oggi vince il popolo del Pdl". E’ quanto unanimamente ribadito oggi al Parco della Scienza durante i lavori congressuali che stanno chiamando al voto i tesserati del partito. Un congresso partecipato, ma dai toni più pacati della vigilia: in corsa ci sono le mozioni del coordinatore provinciale uscente, Paolo Tancredi, e quella alternativa di Emiliano Di Matteo, legato alla corrente di Paolo Gatti. Nei discorsi d’apertura i due lasciano intendere che "la lezione" è stata intesa da entrambe le parti e che finito il congresso il partito sarà chiamato a non perdere posizioni, ma per farlo dovrà rimanere compatto. Un richiamo, quello all’unità, fatto in apertura dal sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi: "Non accadrà che qualcuno trarrà vantaggio dalle divisioni, nessuno ci deve dire come si fa". Nemmeno Berardo Rabbuffo (Consigliere regionale Fli), chiamato in causa dal sindaco dopo le esternazioni con cui ha definito il Pdl "un partito morto". "Persone che cambiano barca non vengano a insegnarci come si fa". Richiamo alla compatezza anche da parte del governatore Gianni Chiodi, accolto tra gli applausi sulle note dell’inno di Mameli. Il primo firmatario della lista Tancredi ha parlato delle due mozioni come un segnale di vitalità. "E’ un modo opportuno per uscire dall’ambiguità e rendere le alleanze più evidenti e questo permetterà a tutti di fare scelte serene in base alla forma che assumerà il partito. Non facciamoci contaminare dai germi della divisione come negli altri partiti. Si vince solo se siamo uniti e il Pdl ha una storia di vittorie". Successi citati anche dal coordinatore Paolo Tancredi che ha ricordato alla platea che la provincia di Teramo è per il 65% guidata dal centro-destra grazie agli sforzi fatti per tenerlo compatto, ma anche attuale grazie allo spazio concesso a figure giovani. Respinte con forza le critiche verso un partito immobile e cristallizzato, Tancredi si è dichiarato pronto a fare nuovi sforzi: "Non c’è dubbio che dobbiamo darci regole e dare importanza agli organi collegiali – ha detto il senatore Pdl – questo si potrà fare serenamente con la legittimazione del congresso. Però chi ci critica per questo deve vedere da dove siamo partiti e dove siamo arrivati". E soprattutto serve preparazione, per Tancredi, che ne ha lamentato l’assenza nelle nuove leve. "Dobbiamo migliorare aspetti centrali del partito come la formazione – ha detto Tancredi -. Ci sono giovani amministratori che non conoscono il Testo Unico degli Enti locali o come si costruisce il bilancio di un ente pubblico. Certo che dobbiamo togliere le designazioni ma dobbiamo mettere i giovani in grado di competere da soli nella vita politica e amministrativa". Aspetti che Emiliano Di Matteo, candidato antagonista al coordinamento, ha dichiarato di apprezzare. Ma non ha mancato di ricostruire i passaggi che hanno portato a una linea di divisione, che non vuole essere un fossato. "La nostra proposta non nasce contro qualcuno o qualcosa, ma da posizioni distinte e distanti su alcuni temi e dalla presa di coscienza che negli ultimi tre anni i nostri militanti si sono sentiti all’interno del partito più "sopportati" che supportati. Vogliamo scrivere nuove regole di partecipazione, vogliamo farlo insieme, e non vogliamo che da questo congresso escano emarginazioni. Il Pdl è la nostra casa, lo è e lo sarà – ha detto Di Matteo per rispondere alle contestazioni di chi definisce la componente gattiana in termini ‘poco rassicuranti ‘ sotto il profilo della lealtà -. Il congresso non sarà occasione di sfratto nè per noi, nè per gli altri". Alla finestra restano le forze alleate del Pdl come l’Udc, che guarda con attenzione a quello che il segretario provinciale, Alfonso Di Sabatino Martina, ha definito "cambiamento di pelle" del Pdl. "Le polemiche sono strumentali – ha detto Di Sabatino – l’importare è trovare convergenza. Mi auguro che il Pdl sappia farlo al proprio interno raggiungendo la sintesi politica". Toni stemperati dunque, quelli della fase congressuale, ma qualche momento di antagonismo e leggera tensione si osservano dietro le quinte. Non è sfuggito ai più attenti un battibecco tra l’assessore Paolo Gatti e il consigliere comunale Marco Tancredi, fratello del segretario provinciale, irritato dalla "promozione" della lista avversaria fatta all’ingresso del Parco della Scienza, dove alcune hostess distribuivano ai partecipanti solo il foglio con la lista associata alla mozione di Di Matteo.
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