TERAMO – «Apprendo dalla lettura di quotidiani online che nel corso di un interrogatorio davanti al Pm di Teramo, svoltosi nel quadro dell’inchiesta per bancarotta a carico del signor Maurizio Di Pietro, questi avrebbe affermato
che sui conti correnti degli indagati transitavano anche i miei soldi. L’atto processuale è inaccessibile e per questa ragione ignoro se la notizia avente ad oggetto il tenore della dichiarazione resa abbia un fondamento di verità; smentisco recisamente il fatto, che costituirebbe, ove realmente fosse stato riferito al Pm, il prodotto di una pura invenzione oltre che di una discutibile e pericolosa (per chi l’abbia concepita) strategia processuale». Lo ha detto il commercialista Carmine Tancredi, commentando gli ulteriori elementi emersi nel caso "crac Di Pietro". «Riservo di proporre a tutela della mia dignità di uomo e di professionista – prosegue -, tutte le iniziative orientate a ristabilire la verità dei fatti e ad ottenere la punizione dei responsabili sia della propalazione calunniosa che degli scritti diffamatori che l’hanno diffusa, in un flusso di informazioni – ha concluso – capziose che hanno valicato ogni limite di tollerabilità».