TERAMO – Il processo a Salvatore Parolisi è stato fissato dal Gup Marina Tommolini per il 13 luglio. Lo ha deciso durante l’udienza odierna, svolta a porte chiuse e che ha visto i giuramenti dei 5 periti, e la formulazione dei quesiti. In aula, oltre al caporalmaggiore imputato c’erano i genitori e il fratello di Melania. Dopo cinque ore e mezza di udienza però, a sorpresa, il gup di Teramo, Marina Tommolini, ha fissato al 30 maggio un’altra udienza del processo. In quella circostanza sarà ascoltato un altro conduttore di cane molecolare, e proseguirà il confronto con quello sentito oggi, la cui deposizione – secondo quanto si è appreso – avrebbe suscitato non poche perplessità. Non si esclude che nella stessa udienza saranno posti a confronto i due conduttori dei cani
molecolari utilizzati durante le ricerche, Peres e Macciò. La decisione di fissare una nuova udienza, oltre a quella del 13 luglio, sarebbe stata presa proprio perchè è stata lacunosa e non soddisfacente la deposizione del terzo testimone indicato dalla difesa e sentito oggi, Macciò. Sempre per il 30 maggio saranno invitati a comparire due
macedoni – padre e figlio – che vivevano in una roulotte situata a Colle San Marco, verso la quale si era diretto uno dei cani molecolari utilizzati durante le indagini sull’omicidio.La posizione dei due macedoni era già stata vagliata dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno e poi archiviata; in seguito, la Procura di Teramo quando le fu affidata per competenza l’inchiesta sull’omicidio di Melania Rea, ritenne di non riaprire gli accertamenti sulla loro posizione. Il 20 aprile del 2011, nel corso delle ricerche di Melania, un cane molecolare si avvicino a una roulotte e a una "Fiat Punto", che risultarono essere di proprietà dei due macedoni impegnati in lavori su un monumento nella zona di colle San Marco. La Procura indagò padre e figlio per compiere gli accertamenti sia sulla loro auto sia sulla roulotte e poi archiviò la loro posizione. Oggi il Gup, di propria iniziativa, ha ritenuto di doverli ascoltare e chiedere eventualmente loro, la disponibilità a sottoporsi al prelievo della saliva, al quale possono opporsi. Il Gup ha posto oggi ai periti una serie di quesiti riguardanti, in particolare: l’ora della morte di Melania; la presenza della giovane madre sul pianoro di Colle San Marco; la dinamica del delitto; l’esame della saliva trovata nella bocca di Melania. In primo luogo, l’ora della morte, stabilita in base ai tempi di assimilazione della caffeina e sulla valutazione del contenuto gastrico indicati dal consulente tecnico dell’accusa, il professor Adriano Tagliabracci. Non è possibile stabilire che Melania Rea sia morta tra le 13.30 e le 14.30 del 18 aprile, dice la difesa dell’unico accusato: quello spazio temporale coincide con lo stesso in cui l’alibi di Parolisi non regge, in bilico sulla sua effettiva presenza sul pianoro di Colle San
Marco con la famigliola alla ricerca della moglie scomparsa nel nulla. Melania era sul pianoro, lo direbbe – secondo la difesa – una flebile traccia di una cella agganciata dal suo cellulare, in un punto in cui anche Piergiorgio, un cane molecolare che una perizia della Procura ha definito "inaffidabile", fiutò odori della vittima.
Poi la dinamica dell’omicidio. Infine, la presenza di tracce di saliva, molto probabilmente per un bacio, è durevole perchè in un cadavere la lingua e le labbra nel loro movimento non possono cancellarle. Dunque, chi
l’ha uccisa sarebbe stato anche l’ultimo a baciarla. Il responso su questi quesiti avverrà nell’udienza del 13
luglio. Gli avvocati di Salvatore Parolisi, Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, non hanno voluto rilasciare alcuna
dichiarazione. L’avvocato della famiglia Rea, Mauro Gionni, ha riferito di aver eccepito al gup la non opportunità che uno dei periti incaricati dal giudice collabori con lo studio di un perito della difesa, ma la Tommolini ha risposto di essere a conoscenza di questo particolare e che non vi è alcun pregiudizio.