TERAMO – Viene presentata oggi nella sede della pinacoteca civica la mostra “Capolavori della maiolica castellana: dal ‘500 al terzo fuoco. La Collezione Matricardi”, dove sono esposte, per la prima volta al pubblico, 220 ceramiche della produzione castellana, dal 1500 al 1700, “recuperate” grazie allo spirito di un collezionista di grande sensibilità che, in anni di paziente lavoro di ricerca, é riuscito a mettere insieme un patrimonio artistico dall’enorme valenza storica e scientifica. L’obiettivo della mostra, illustrata dal sindaco Maurizio Brucchi e dalla direttrice dei Musei civici Paola Di Felice, é anche quello di rendere omaggio al vasto mondo del collezionismo italiano e internazionale che, al di là degli interessi privati e personalistici, spesso consente di non disperdere veri capolavori e significative testimonianze di una produzione altrimenti oggetto di inevitabile oblio.Lo studio degli oggetti in mostra, selezionati accuratamente tra oltre cinquecento ceramiche, ha consentito di mettere a disposizione della ricerca storica un preziosissimo contributo su forme, tipologie espressive e modelli iconografici della tradizione manifatturiera castellana, offrendo occasioni di riflessione sulla realtà di un piccolo paese che, nonostante l’apparente isolamento geografico e territoriale, seppe far proprie raffinate esperienze e sperimentazioni artistiche. In effetti, lo studio degli oggetti in mostra propone una rilettura della storia ceramica castellana e dei suoi artisti, evidenziandone connessioni, legami e rapporti con realtà artistiche lontane in grado di chiarire, anche in termini cronologici, l’iter evolutivo e la maturazione espressiva dei temi iconografici proposti.La mostra, aperta al pubblico dal 1° aprile al 31 ottobre 2012, s’inserisce nel solco di una tradizione espositiva che, a partire dalle mostre su “I vasi di farmacia” e su “Le maioliche castellane provenienti dal Museo de L’Ermitage di San Pietroburgo, attraverso l’esposizione delle ceramiche della manifattura Villeroy & Boch dei primi decenni del Novecento intende riproporre all’attenzione nazionale e internazionale un’arte riconosciuta come uno dei momenti più alti della creatività degli artisti e dei loro epigoni che hanno lavorato e lavorano a Castelli. Una creatività palesata nei secoli e comunicata ancora oggi attraverso la produzione degli artigiani delle numerosissime botteghe che, raccolte per lo più nel centro storico del piccolo paese alle falde del Gran Sasso, offrono assieme all’Istituto d’Arte, operante nel settore della sperimentazione e dell’innovazione nella produzione ceramica attuale, una felice immagine della laboriosità dei ceramisti castellani nel tempo. Piatti, brocche, fiasche, albarelli, chicchere e piattini, proposti in un continuum narrativo che si snoda nelle sale della Pinacoteca, riallestite per accogliere la mostra ed ospitare il lungo viaggio tra secoli di creatività e abilità manipolativa. Il recupero di un’antica storia di produzione ceramica passa anche attraverso il racconto delle sue presenze nel territorio: dalla Pinacoteca Civica di Teramo, sede della mostra, a Palazzo Melatino, dove é esposta la preziosa collezione di ceramiche della Fondazione della Cassa di Risparmio di Teramo; dalla pregevole raccolta del Museo diocesano di Atri, a Castelli, centro dell’antica produzione ceramica, al soffitto della chiesa di S. Donato; dalle botteghe artigiane, sparse a decine nel centro storico di Castelli, all’Istituto d’Arte che da decenni si cimenta felicemente nella rielaborazione, in chiave moderna, di forme e tipologie ceramiche antiche.
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