TERAMO – La condanna a 30 anni di reclusione per l’omicidio dell’ex ambulante 70enne Carmine De Luca, avvenuto nel maggio dello scorso anno a Torricella Sicura, è stata chiesta nei confronti di Francisca Binicio Medina, dominicana di 27 anni. Il pubblico ministero Laura Colica, che in udienza sostituiva oggi il pm titolare dell’inchiesta Davide Rosati, ha ricostruito la dinamica del delitto, sottolineando le prove che inchiodano la giovane straniera, che con il pensionato aveva frequenti incontri sessuali a pagamento. Secondo l’accusa, l’imputata e la vittima trascorsero insieme, a casa dell’ambulante, i giorni a cavallo tra il 18 e il 21 maggio dello scorso anno e da una discussione legata al regolamento economico dei rapporti sessuali sarebbe scaturito il delitto. Binicio Medina avrebbe ucciso De Luca con 22 coltellate, delle quali una mortale alla gola. Aveva poi cercato di nascondere il cadavere al piano di sotto dell’abitazione. Il cadavere dell’ambulante fu scoperto dai carabinieri di Teramo, su segnalazione dei vicini di casa del pensionato, una settimana dopo la presunta data del delitto, che si fa risalire al 19 maggio. A portare all’identificazione e all’accusa nei confronti della dominicana, arrestata a Genova qualche giorno dopo, furono le tracce di sangue rinvenute all’interno dell’abitazione che avrebbe tentato di cancellare: il Dna estratto da almeno 9 di esse sarebbe in «perfetta coincidenza» con quello estratto da un campione di saliva della donna. La difesa della donna ha chiesto l’assoluzione della extracomunitaria. I giudici delle Corte d’Assise presieduta da Giovanni Spinosa si riuniranno in camera di consiglio domattina: la sentenza è prevista attorno a mezzogiorno.
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