Teramo Lavoro all'ordine del giorno in Consiglio provinciale

TERAMO – Le ipotesi al vaglio per la prosecuzione dei servizi per l’impiego, gestiti da Teramo Lavoro, la società in house della Provincia, saranno all’ordine del giorno del prossimo consiglio provinciale. L’inserimento dell’argomento nella scaletta dei lavori è stata chiesta dal presidente Valter Catarra. Quello dei servizi per l’impiego è argomento caldo, molto attuale, e non solo per via dell’approssimarsi delle scadenze dei contratti (30 giugno). Ieri mattina, Catarra e l’assessore provinciale al Lavoro, Eva Guardiani, hanno partecipato al tavolo regionale con Chiodi e Gatti sul futuro dei centri per l’impiego e nel pomeriggio l’argomento è stato trattato al tavolo provinciale, assieme ai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Il dettaglio più spinoso non è quello relativo ai servizi retribuiti con fondi propri della Provincia, per i quali esistono le risorse, ma il futuro di quelle attività pagate con il Fondo sociale europeo, quelle cioè a supporto dei centri per l’impiego. Secondo quanto riferito da Catarra, Chiodi avrebbe fatto presente che la questione è al vaglio della Conferenza Stato-Regioni che deve decidere se procedere alla regionalizzazione dei centri per l’impiego: in questo caso anche l’Abruzzo si orienterà nel riservarsi la gestine diretta delle politiche attive del lavoro e dei fondi Fse. «Questo ovviamente –  afferma  il presidente Catarra – Europa permettendo, in quanto, come previsto dalla legislazione comunitaria e regionale in materia, le Province sono state individuate come organismi intermedi nella gestione dei fondi Fse Por 2007-2013, cioè sono state chiamate a gestire quota parte delle risorse POR e, con riferimento agli interventi attuati con tali risorse, ad essere responsabili delle relative attività di programmazione, gestione, controllo e monitoraggio». Materia complessa dunque, che in ogni caso non si potrà dirimere prima del prossimo autunno, quando si attendono risoluzioni certe circa il futuro delle Province sia da parte del Governo Monti che della Consulta, chiamata ad esprimersi, con udienza fissata al 6 novembre, sul ricorso per illegittimità istituzionale dell’articolo 23 del Decreto Salva-Italia, quello che abolisce determinate Province.