TERAMO – Partito in sordina, la raccolta firme per indire il referendum contro la “casta” ha fatto rapidamente il tam tam anche a Teramo. Il 19 aprile il movimento dell’Unione Popolare ha depositato una proposta referendaria che riguarda l’abrogazione parziale della legge per le indennità parlamentari. La campagna invita a rivolgersi al proprio comune per apporre la firma per richiedere,un referendum popolare abrogativo per la riduzione degli stipendi ai politici. Anche nel nostro Comune arrivato finora a 350 firme, come accaduto in molti altri Comuni italiani sono terminati i moduli per farne richiesta: un episodio che ha indispettito numerosi cittadini che dietro l’intoppo burocratico hanno intravisto una precisa volontà politica di ostacolare l’attività referendaria. In realtà, come spiega a www.emmelle.itla dirigente ai servizi demografici, Cristina Di Gesualdo, il problema si è verificato perché è stato proprio il Comitato referendario a inviare un numero esiguo di moduli. “Un problema che abbiamo segnalato per tempo – ha spiegato la dirigente – ma soltanto ieri sul sito ufficiale di Unione Popolare è stato comunicato ai Comuni che i modelli possono essere scaricati direttamente dal sito e poi autenticati. E così abbiamo provveduto da oggi». La raccolta firma dunque, come assicura la Di Gesualdo, può andare avanti. Per sottoscrivere la richiesta di referendum è sufficiente recarsi nel proprio comune di residenza all’Ufficio Anagrafe muniti di un documento di identità. C’è tempo fino al 26 luglio, data di scadenza dell’iniziativa.
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