TERAMO – Nuove difficoltà si affacciano nel percorso del riordino delle Province e nella possibilità che la città di Teramo resti capoluogo. La riunione del Consiglio del Consiglio delle autonomie locali (Cal) convocata per approvare una proposta unitaria di riordino da sottoporre al Governo si è infatti conclusa con un rinvio a mercoledì chiesto proprio dal sindaco Maurizio Brucchi (che oggi compie 51 anni, ndr). Duplice il motivo della richiesta: da un lato la scomparsa della proposta teramana all’ordine del giorno (ritenuta dal Cal inizialmente incompatibile con un vademecum del Governo) dall’altro la richiesta di un emendamento da parte del sindaco Brucchi alla sua proposta originaria che prevedeva 3 Province (Teramo, Chieti, L’Aquila) e Pescara città metropolitana. Dopo alcuni “abboccamenti” che Brucchi ha avuto presso il Ministero, ha preso forma infatti una proposta diversa che riuscirebbe ad accontentare un po’ tutti e che verrà formalizzata dal sindaco mercoledì: quella di mantenere tre Province ossia quella di Teramo, quella dell’Aquila e quelle di Chieti e Pescara insieme in prospettiva di un’unica area vasta. “Non accetterò soluzioni in cui Teramo non abbia un ruolo – ha dichiarato il sindaco – ma soprattutto dobbiamo iniziare a ragionare anche sulle linee da tracciare per conservare servizi e uffici qualora non riuscissimo a salvare il capoluogo. Insomma dobbiamo mantenere una dignità”. Il sindaco ha invece fugato l’ accusa che il consigliere regionale Claudio Ruffini (Pd) ha formulato verso il presidente Chiodi: quella di aver lasciato solo il primo cittadino di Teramo. "Non mi sento abbandonato – ha detto Brucchi – la mia proposta ha raccolto il consenso di tutto il centro-destra e con il governatore abbiamo aperto un confronto su questo tema, compresa la possibilità del ricorso". Una possibilità, quella del ricorso, fortemente appoggiata dal segretario del Cal e sindaco di Pineto Luciano Monticelli, ma che è stata bocciata propro dai 10 sindaci di centrosinistra “colleghi”. Preoccupato dalle divisioni anche il presidente della Provincia Valter Catarra. “Non voterò alcuna proposta che finisce per penalizzare solo la provincia teramana – ha dichiarato Catarra – all’interno del Cal le posizioni sono ancora molto lontane e non posso che ribadire che l’unica scelta che mi farà retrocedere dalla volontà di presentare ricorso al Tar è una soluzione unitaria che guardi al futuro dell’Abruzzo nel suo complesso e che rappresenti una sintesi nobile e sensata rispetto alle volontà e alle esigenze di tutti i territori provinciali”. Qualora così non fosse il presidente Valter Catarra ha dichiarato che si asterrà dal voto.
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