Alpinisti teramani sfidano le vette più alte del Nepal

TERAMO – Alpinisti teramani sfideranno l’ Ama Dablam, in Nepal. Stamattina i componenti della spedizione, guidati da Gaetano Di Blasio, sono stati ricevuti in Municipio dal sindaco Maurizio Brucchi che ha dato loro l’in bocca al lupo per la nuova avventura che avrà anche un importante risvolto scientifico-umanitario. Alla spedizione alpinistica, infatti, che si proporrà lo scopo di salire fino a 6854 metri per raggiungere la vetta della montagna,si è aggiunto un altro gruppo di 28 componenti che percorreranno la valle di Gohyo e la valle del Kumbu chiamata anche l’alta via dell’Everest. Toccheranno il campo base del Cho Oyu e il campo base dell’Everest, dovranno camminare per più di 200 chilometri e soggiornare diversi giorni a oltre 5000 metri, raggiungere un passo di 5400 metri di nome Cho La e superare un piccolo ghiacciaio. I componenti della spedizione sono legati ad un importante progetto di ricerca scientifica proposto da ben cinque università italiane, (Dipartimento di Neuroscienze e Imaging dell’Università “G.d’Annunzio” di Chieti-Pescara, Dipartimento di Scienze Neurologiche, Neuropsicologiche, Morfologiche e Motorie, Università di Verona, CeRISM, Centro Ricerca Sport Montagna Salute – Rovereto, Dipartimento di Anatomia e Fisiologia dell’Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Fisiologia, Università degli Studi di Siena). Le Università da circa un anno stanno lavorando per il progetto con prelievi ematici, prove fisio-cinetici e prelievi del tessuto muscolare della gamba. In particolare la ricerca sarà mirata alle donne del gruppo che si sottoporranno a vari test di fisiologia e per lo studio dello stress ossidativo nelle cellule. I risultati saranno pubblicati su riviste internazionali del settore fisio-patologia “d’alta quota”. Queste ricerche serviranno adaccrescere le conoscenze in merito alle modificazioni funzionali e biomolecolari che si modificano in donne post menopausa cronicamente adattate ad ambienti come quelli derivanti dal soggiorno a quote elevate e direttamente o indirettamente attribuibili a stati di stress ossidativo, e può essere considerata estremamente utile per comprendere ed interpretare in maniera corretta non solo i meccanismi di adattamento dell’organismo umano femminile  all’attività fisica in ambienti estremi, ma anche per spiegare al meglio stati patologici, legati alla difficoltà di assunzione, trasporto e utilizzo dell’ossigeno, in soggetti che costituiscono la maggioranza della popolazione residente.  La spedizione partirà il 23 ottobre e terminerà il 12 novembre.