Tancredi: «L'Abruzzo gode di ottima salute politica». L'Udc? «Ha problemi interni, se li supera per noi è ok»

TERAMO – «Il patto politico con l’Udc ha funzionato e sta funzionando, ma bisogna creare i presupposti per avere certezze per il futuro, e in questo momento l’Udc sta mostrando evidenti incertezze». Così il senatore del Pdl, Paolo Tancredi, commenta l’incontro, senza esito, con l’assessore Alfonso Di Sabatino Martina dopo lo strappo con i due consiglieri Domenico Sbraccia e Marcello Procacci. Senza esito perchè, stando alle parole del senatore, Di Sabatino per dare garanzie di lungo periodo (chieste appunto dal Pdl) avrebbe bisogno di concordare la linea politica con i vertici del partito. «L’Udc ha difficoltà di dialogo al suo interno – è il parere di Tancredi -, difficoltà che non aveva ad esempio la Democrazia Cristiana, che per uno strappo con i consiglieri avrebbe mobilitato Gaspari. Adesso c’è una maggiore chiusura. Ad ogni modo circa l’alleanza da portare avanti parlerò personalmente con il commisario dell’Udc, Armando Dionisi – ha aggiunto il senatore -. Dopo questo passaggio i percorsi saranno più chiari. Noi pensiamo a una compagine “Brucchi 2” per le prossime amministrative e se c’è un comune impegno per un’alleanza a lungo termine non ci tiriamo indietro». Ma l’annuncio della nascita di una Lista civica nazionale, lanciata ieri da Fini e raccolta con entusiasmo da parte di Casini, ma anche da Montezemolo, avrà ricadute immediate anche sugli scenari locai? «Siamo ancora all’anno zero – ha dichiarato Tancredi -. Mi fa sorridere l’idea di una "civica" lanciata da chi siede in parlamento da 40 o 50 anni. Fini e Casini hanno bisogno di inventarsi ogni giorno qualcosa per superare una soglia di preferenze che si aggira intorno al 4-5%. E questa operazione è finalizzata a ciò. In questo momento il quadro è ancora molto fluido e il Pdl certamente ha delle difficoltà nelle alleanze, ma è una fase che va colta come opportunità per mettersi a tavolino e ragionare anche sulla candidatura di Monti». Nel dettaglio la situazione non è favorevole per nessuno. Se il Pd si allea con Vendola come si pone con l’Udc? «Noi del Pdl non abbiamo chiuso a Monti, ma sarebbe opportuno che si candidasse, poiché è pericoloso far passare il concetto che le elezioni siano solo un adempimento burocratico. Alla luce di uno scenario che vede da un lato una Civica Nazionale e dall’altro un Pdl che non esclude la ricandidatura di Berlusconi, che mappatura ‘politica’ coglie, degli assessori della sua parte, il senatore Tancredi? Intravede cambi di rotta da parte di qualcuno?. «Io penso che il Pdl rimarrà unito sia perché ha una tradizione di compattezza, sia perché conviene a tutti». E a livello di candiature locali il Pdl pensa di “rinnovare” qualcosa o qualcuno? «In termini di rinnovamento il Pdl teramano ha fatto un gran lavoro, abbiamo consiglieri e assessori giovanissimi – ha detto Tancredi – ad ogni modo vorrei ricordare che non sempre essere giovani ed essere eletti con le preferenze basta per essere un buon politico. Fiorito docet. Certo, la legge elettorale va cambiata, ma in Italia ci sono gli stessi problemi da sempre, problemi di assetto istituzionale, di credibilità, di tassazione esasperata, di burocrazia ingessata. Non possiamo far credere ai cittadini che per risolvere tutto questi può bastare la legge elettorale». Si sente confortato il senatore dal mancato coinvolgimento dell’Abruzzo negli scandali che stanno dilagando un pò ovunque nelle Regioni italiane? «La regione Abruzzo è da esempio per tanti aspetti – ha concluso il senatore Tancredi – intanto siamo l’unica regione insieme all’Emilia Romagna ad avere i bilanci dei gruppi consiliari certificati dai revisori dei conti. Abbiamo le indennità e il numero di consulenze più bassi d’Italia, abbiamo solo 6 Commissioni a differenza del Lazio che, ad esempio, ne ha 19 e l’intero apparato regionale ci costa intorno ai 27 milioni di euro all’anno, un terzo della Regione Calabria che ha lo stesso numero di abitanti e ne spende 68 di milioni. Abbiamo i conti in ordine sulla sanità e sulle indennità abbiamo fatto dei tagli già nel 2010, quando ancora non c’era l’odore degli scandali. Sono meriti che non sempre vengono messi in evidenza, ma che dimostrano la salute della politica in Abruzzo».