Revoca Varrassi, il Pd: "Segno che vacilla il modello Chiodi"

TERAMO – «L’avvio della procedura di revoca del direttore generale della Asl teramana non ha una valenza solo locale: il modello di sanità voluto da Chiodi vacilla proprio nella città che lo stesso Chiodi ha provato a trasformare nel suo feudo personale». Lo afferma il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci intervenendo sull’avvio della procedura di revoca del manager Varrassi. «La verità è che al di là dei conti ragionieristici e delle parole di Chiodi, la sanità reale abruzzese è allo sbando – sottolinea Paolucci – con un piano sanitario scaduto ed un nuovo piano ancora da ufficializzare, con una gestione autoritaria che snobba non solo le tante professionalità del sistema sanitario pubblico ma persino i rappresentanti delle istituzioni e dei cittadini. Chiodi dica dov’è il nuovo Piano, dov’è la rete di emergenza-urgenza, dov’è il piano per la riabilitazione extraospedaliera, dov’è il programma per la sanità territoriale e dove sono i nuovi ospedali. Lo dica una volta per tutte, perché mentre i suoi uomini mostrano limiti enormi, i cittadini sono costretti a liste d’attesa indegne di un Paese civile”. Sulla questione ha preso posizione anche il consigliere regionale Claudio Ruffini che paventa il rischio di un contenzioso con il manager che potrebbe non accettare la revoca. "Vogliamo credere che Varrassi sia una persona responsabile e che si dimetterà prima che arrivi la revoca. Ben diversa e’ la posizione della giunta regionale che compie un vero e proprio capolavoro:il 29 agosto poteva evitare la riconferma acquisendo gli atti che erano già disponibili presso la direzione della Asl e che le avrebbero permesso di accertare le gravi irregolarità a carico di Varrassi e quindi andare alla non riconferma. Invece con la proroga di ulteriori 18 mesi di incarico a Varrassi la giunta regionale si espone ad un probabile contenzioso poichè la Regione potrebbe essere condannata a pagare Varrassi per tutti I mesi prorogati ed un altro manager in sua sostituzione”. "Quello che ci preoccupa – conclude Ruffini – è l’arroganza nell uso del potere da parte di Chiodi e o suoi che oltre a farci pagare più soldi per la direzione generale, indeboliscono l’ offerta sanitaria teramana che tanti operatori ogni giorno con sacrificio e abnegazione cercano di assicurare agli utenti."