TERAMO – Il dibatto sul riordino delle Province ha segnato una profonda spaccatura all’interno del Pd teramano che vede oggi alcuni militanti schierati contro i consiglieri regionali Claudio Ruffini e Peppino Di Luca, accusati di non aver preso posizione contro il “collega” Camillo D’Alessandro favorevole all’accorpamento di Teramo con Pescara. Parole durissime sono state rivolte dal presidente comunale del Pd Ilaria De Sanctis, firmataria di un documento di sdegno insieme al segretario del circolo di Teramo centro, Mirko De Berardinis, e da Lucia Verticelli e Antonio Topitti che si dichiarano esterefatti dall’atteggiamento dei consiglieri. Questo accade mentre Teramo si prepara a ospitare l’arrivo di D’Alema, impegnato nella più infuocata battaglia contro il candidato alle primarie Matteo Renzi. Intanto questo è il comunicato diffuso dai militanti presenti ieri all’Aquila:
"Siamo profondamente delusi e offesi dalle feroci parole utilizzate nei confronti della nostra Città dal Capogruppo Regionale PD Camillo D’Alessandro durante il Consiglio Regionale di ieri.
Siamo ancora più sconcertati per aver registrato il comportamento passivo dei nostri due Consiglieri Regionali PD, Giuseppe Di Luca e Claudio Ruffini.
Entrambi, infatti, non hanno proferito parola a difesa di Teramo Capoluogo.
Addirittura, Claudio Ruffini, ex Presidente della Provincia di Teramo ed attuale Consigliere Regionale espressione di questo territorio, ha anche applaudito Il Capogruppo D’Alessandro alla fine del suo intervento.
Aver ascoltato dal vivo la dichiarazione di voto, concordata da tutti i Consiglieri Regionali del PD, nella quale è stato svenduto con veemenza il territorio teramano, per avallare la proposta di abbandonare l’aula, ci fa chiaramente capire quanto sia “importante” Teramo per il Gruppo Consigliare PD alla Regione e soprattutto per i due Consiglieri Teramani.
Restiamo ulteriormente esterrefatti dal loro comportamento, perché lo scorso 13 ottobre, entrambi avevano partecipato alla manifestazione indetta da “Teramo Nostra” in Piazza Martiri della Libertà, ed erano intervenuti con vigore al microfono di fronte ai nostri concittadini, per difendere Teramo.
Ci sorprende, pertanto, che nella Sede Istituzionale del Consiglio, invece il loro contributo sia stato solo quello di uscire dall’aula dopo aver concordato una dichiarazione di voto che penalizza Teramo.
Ci domandiamo, se uno dei due Consiglieri Regionali Di Luca e Ruffini,avessero parlato in quel modo di Arielli (Ch) , paese che ha dato i natali al Capogruppo D’Alessandro, quale sarebbe stata la risposta di quest’ultimo? Sicuramente non avrebbe applaudito.
A questo punto ci viene da pensare, visto che ormai Teramo è considerata il brutto anatroccolo della Regione Abruzzo, se sia il caso di iniziare una raccolta firme per indire un referendum con il quale chiedere il passaggio con la Regione Marche".
La Di Pasquale non gradisce
L’esternazione non è affatto piaciuta a Manola Di Pasquale, presidente regionale del Pd che ha spiegato la posizione del partito sul riordino e commentato le parole dei firmatari del documento: "Il partito democratico non è mai stato contrario all’abolizione di tutte le province. Il problema posto è diverso. Il Governo non ha chiesto all’Abruzzo se era favorevole o contrario all’abolizione delle Province, ma ha chiesto una proposta in un quadro preciso di riferimento: ovvero la riduzione del 50% degli apparati amministrativi. Il Governo ha chiesto una proposta che fosse formulata in questa cornice e il Consiglio di fatto ha "fischiettato". Ha deciso di non decidere rispondendo una cosa diversa: una legge ad hoc per abolirle tutte. La domanda del Governo era un’altra. Da qui l’attegiamento dei due consiglieri regionali". Altra cosa per la Di Pasquale è la presa di posizione dei firmatari. Nel partito è normale che ci siano posizioni contrarie, ma queste vanno confrontate in maniera diversa e non danneggiando il partito che potrebbe sporgere querela per tutelare l’immagine fortemente danneggiata da queste dichiarazioni".
E a Teramo arriva D’Alema
E a proposito di diatribe, stavolta nazionali, dopo Matteo Renzi a Teramo arriva il suo più accanito detrattore, Massimo D’Alema. L’onorevole è atteso lunedì 29 ottobre, nella Sala Polifunzionale della Provincia, alle 19, ospite di un incontro pubblico organizzato dal Partito Democratico. Dopo la recente querelle con il candidato alle primarie del centrosinistra Matteo Renzi, D’Alema, nella tappa teramana del suo tour abruzzese parlerà dei punti più importanti del programma di Pierluigi Bersani e della questione del rinnovamento all’interno del partito. Non mancheranno anche momenti di analisi sulla situazione politica regionale.