TERAMO – “La politica pensa di uscirne pulita scaricando Varrassi”. Cosi prende posizione il capogruppo di Fli, Berardo Rabbuffo, al via libera della Giunta regionale della procedura di rescissione del contratto con il direttore generale della Asl di Teramo ritenuto “capro espiatorio di piani tessuti fuori dall’azienda”. Rabbuffo si riferisce ai “medici promossi del Pdl”.“Fino a pochi giorni fa Varrassi era difeso da tutto il Pdl teramano, era considerato bravo ed efficiente, anche perché era il manager delle formidabili promozioni dei medici iscritti al Pdl. Da tempo siamo abituati a repentini e continui cambi di opinione, ma questo li supera tutti. La situazione è imbarazzante: un reparto chiuso, quello di un altro consigliere comunale di Teramo ed un nuovo avviso di garanzia. Questo è troppo, bisogna scaricare Varassi e far ricadere tutte le colpe su di lui. E’ un copione già scritto e recitato altre volte. Così i politici pensano di uscirne puliti. A questo punto – dichiara in una nota Rabbuffo – è lecito chiedersi se veramente il manager della Asl di Teramo è l’unico responsabile. Mi chiedo, infatti, se Varrassi al momento della nomina conoscesse già tutti i personaggi che sono stati gratificati con le varie promozioni o se a lui furono segnalati proprio da chi lo aveva selezionato per quel posto? Le sue furono scelte indipendenti o ha semplicemente reso possibile e ratificato i piani tessuti fuori dall’Azienda sanitaria teramana?”. Il capogruppo di Fli invita infine Varrassi, “ora libero da condzionamenti” a cogliere l’occasione per fare i nomi dei responsabili. Il Pdl, sulla nomina di Varrassi, finisce anche nel mirino del Pd e dei consiglieri Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca, ma per motivi diversi. “Se la Giunta avesse deciso il 29 agosto scorso di non riconfermare Varrassi oggi non si troverebbe nell’imbarazzante situazione di dover subire anche un ricorso dello stesso. Ora auspichiamo che si proceda celermente alla scelta del nuovo manager e questa volta pretendiamo che sia una persona autorevole, neutrale e soprattutto apartitica”. Secondo il Pd c’è da riaprire quel famoso albo regionale degli aspiranti manager delle Asl, anche alla luce delle recenti disposizioni contenute nel cosiddetto “Decreto Balduzzi” che fissa criteri di scelta più stringenti, rigorosi e selettivi per i manager , la cui posizione deve essere la più estranea ed imparziale dalla politica. “La Asl di Teramo – concludono i consiglieri del Pd – ha bisogno di una direzione che rompa con il passato e che restituisca prestigio ed affidabilità alla sanità scegliendo i primari ed i dirigenti in base al merito e non alla vicinanza politica. Il nuovo manager dovrà ripartire da un nuovo atto aziendale che avvii i processi di medicina territoriale e che riorganizzi i presidi ospedalieri rendendo l’offerta sanitaria più efficace. Sono questi gli obiettivi su cui si dovrà lavorare e sui cui troverà la disponibilità del Pd teramano”. Sulla vicenda, ma concentrandosi però sulla battaglia portata avanti sull’ospedale di Atri, prende posizione anche il sindaco di Piento Luciano Monticelli. “Quando ero io a incolpare Varrassi – tuona il primo cittadino pinetese – mi sono sentito accusare, anche pesantemente, dal Pdl teramano, che mi ha umiliato sostenendo che la mia battaglia per salvare il San Liberatore di Atri fosse esclusivamente campagna elettorale. Ebbene, oggi lo stesso Pdl sceglie di mandare a casa Giustino Varrassi e in questo modo conferma che io, nelle mie battaglie, stavo dicendo la verità”.
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